Nuova arteria da 11 milioni di euro per liberare dai Tir la zona industriale del Monfalconese

La nuova arteria attraverserà l’area della Schiavetti Brancolo allontanando Tir e mezzi pesanti da Panzano e Staranzano

 

Tiziana Carpinelli
Il traffico pesante sulla strada provinciale 19. Foto Bonaventura
Il traffico pesante sulla strada provinciale 19. Foto Bonaventura

Nel portafoglio del Consorzio è l’opera monumentale, la più dispendiosa. Drenerà risorse – 11 milioni di euro dalla Regione – impegno, tempo: almeno fino all’epilogo del 2027 e all’alba del 2028. Ma passerà alla storia per essere l’infrastruttura che relegherà per sempre i tir e in generale il traffico pesante diretto alle industrie e aziende della zona su una corsia dedicata, avulsa ai centri urbanizzati di Panzano, Bistrigna e Staranzano. Cittadini e case finalmente liberi da smog, rumori e vibrazioni di mura domestiche.

Non è un caso che i soci del Consorzio di sviluppo economico della Venezia Giulia, cioè i Comuni, all’assemblea di ieri abbiano posto domande proprio su questo corposo capitolo. Il contributo di 11 milioni permetterà la realizzazione di «quattro chilometri di strada», come spiega il direttore generale Cesare Bulfon, di «collegamento dalla zona industriale di Staranzano alla bretella aeroportuale, che la raccorda al casello autostradale di Redipuglia». L’opera connessa ai benefici fiscali e procedurali dell’istituzione delle Zona logistica speciale «favorirà – secondo il presidente del consorzio Fabrizio Renato Russo – nuovi insediamenti produttivi nelle aree industriali di Bistrigna». Inoltre doterà la zona su cui il Coseveg detiene lotti per una superficie globale di 120 mila metri quadrati, di «un’importante infrastruttura viaria che viaggerà in parallelo alla ferroviaria in fase di riattivazione». Binari che si diramano dalla stazione di Ronchi sud fino ai cancelli della società molitoria del gruppo Casillo.

Una veduta aerea sull’area Schiavetti Brancolo. Foto Bonaventura
Una veduta aerea sull’area Schiavetti Brancolo. Foto Bonaventura

A illustrare le diverse fasi tecniche il direttore Bulfon: proprio ieri si è tenuta l’ultima call con Sintagma di Perugia, la società di progettazione incaricata della redazione del progetto di fattibilità tecnico economica per l’allineamento degli indirizzi in merito alla realizzazione dell’opera strategica. «L’arteria – chiarisce Bulfon – attraverserà completamente l’area industriale Schiavetti Brancolo e consentirà di urbanizzare i lotti già in possesso del consorzio, che potrà così frazionare in almeno sei o più macroaree il complesso nelle sue disponibilità, per future alienazioni e creazioni di occupazione». Attualmente, infatti, tali aree sono collegate a strada solo per i lati più stretti, in modo non funzionale. «Non solo – prosegue il direttore generale – nel progetto degli 11 milioni, al netto di sorprese sotto il profilo geologico, sono compresi anche i tratti più brevi di strada di uscita da Fincantieri e Nidec, sicché si creerà un collegamento, senza soluzione di continuità, da via dell’Agraria, dei Canneti e fino alla bretella aeroportuale con l’imbocco all’A4: tutto il traffico pesante non passerà più per Panzano e Staranzano».

«Considerando che la capacità edificatoria è del 50%, l’urbanizzazione consentirà di ricavare almeno sei o più lotti sulla nostra proprietà – dettaglia Bulfon – infatti la richiesta media è di terreni sui 15.000-20.000 metri quadri». Per capirsi: su un’area di 10.000 mq è possibile costruire un capannone di 5.000, che è già consistente. «Soprattutto i terreni a valle – continua – saranno resi finalmente fruibili, grazie all’asse cruciale». Il progetto di fattibilità si ritaglierà 60 giorni, in parallelo sarà istituita la conferenza dei servizi in Regione per pareri, osservazioni e autorizzazioni, che ne richiederà altrettanti. Infine 30 giorni per il progetto definitivo esecutivo che darà il la alla gara europea, trattandosi di importo superiore ai 5 milioni di euro. La cantierazione dei lavori, che proseguiranno per circa due anni, si svolgerà tra fine 2025 e primi mesi del 2026. Mentre la nuova strada sarà in dirittura d’arrivo ai primi del 2028. Solo ad autunno inoltrato, invece, prenderà avvio la fase degli espropri, che per una parte riguarda aree D1 in zona di afferenza, per l’altra fasce esterne di zone a servizio agricolo. Qui non si profilano, quindi, grossi problemi. 

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