Nuovo crollo all’ex deposito dei tram

L’allarme è scattato ieri mattina. Dopo che, nella notte, un’altra porzione di tetto era crollata, con il solito (e sinistro) tonfo. «Per fortuna, non si trattava di eternit, almeno questa volta», fa sapere il sindaco Ettore Romoli che ha effettuato un sopralluogo nell’area di via Manzoni, preceduto dall’arrivo di polizia, polizia municipale e vigili del fuoco che hanno monitorato attentamente la situazione.
Ah, dimenticavamo. Ci riferiamo al vecchio deposito dei tram che, ormai a cadenza giornaliera, registra crolli delle coperture e dei tetti. Nei giorni scorsi abbiamo dato conto più volte di questa emergenza, non foss’altro per il fatto che si tratta in larga parte di lastre di eternit. E, si sa, quando queste diventano friabili disperdono nell’aria particelle della fibra-killer. Ecco perché c’è forte apprensione fra chi lì ci vive e risiede: non si contano le telefonate in Comune, le lettere dense di preoccupazione, le telefonate e le mail alla nostra redazione. Insomma, un problema reale.

Il crollo nel complesso dell’ex deposito tram di piazzale Saba è avvenuto proprio mentre stavano per iniziare i lavori di rimozione dell’amianto, ovvero del manto di copertura formato da lastre di eternit dal costo di circa 47 mila euro. Mercoledì 4 novembre, infatti, il Comune, dopo aver ottenuto il via libera dall’Azienda sanitaria isontina sul piano di lavoro presentato dalla ditta Zanini incaricata dell’intervento, aveva disposto «l’immediato insediamento del cantiere» per l’avvio della rimozione dell’amianto: non a caso, l’impresa aveva già chiesto l’autorizzazione alla polizia municipale per l’occupazione di suolo pubblico.
Adesso, però, il piano dovrà essere rivisto in quanto, dopo il crollo, dovrà essere preso in considerazione anche lo smaltimento a terra delle piastre cadute e, quindi, la ditta Zanini interpellerà nuovamente i tecnici dell’Azienda sanitaria per integrare le modalità di rimozione previste.
«Va ricordato, peraltro, che nel mese di luglio del 2012 - si legge in una nota del Comune - era stato effettuato un primo intervento di messa in sicurezza e di incapsulamento parziale del manto di copertura in lastre di cemento amianto dell’edificio e si era provveduto alla sigillatura delle finestre e della porta d’ingresso al fabbricato, come indicato dalle linee guida predisposte dall’ingegner Bensa e approvate dall’Ass isontina».
L’edificio è stato costruito all’inizio del secolo scorso e modificato in varie fasi. Inizialmente utilizzato come deposito dei tram, ha avuto varie destinazioni tra cui rimessa dei bus, e da ultimo sede distaccata delle Aziende municipalizzate poi diventate Iris e comprende anche l’ex casa del custode. Le coperture con rare eccezioni sono costituite da lastre di amianto compatto di due tipologie lastre ondulate ed eternit “tipo Romano” non pedonabili e non calpestabili. Nessun intervento sulla struttura è attuabile senza l’autorizzazione della Soprintendenza ad eccezione del solo asporto del materiale contenente amianto, in quanto l’edificio è sottoposto a vincoli.
«Se non fosse per alcune associazioni che hanno sollecitato la Soprintendenza ad apporre i vincoli - polemizza il sindaco Romoli - oggi avremmo in questo sito uno splendido parcheggio anzichè un... rudere che sta crollando a pezzi. Anche le buone intenzioni, se non c’è il buon senso, possono diventare delle calamità».
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