Oggi e domani i funerali di Massimo e Andrea Zanutta

CARLINO. Saranno due giorni difficili e di grande tristezza per Carlino, paesino della Bassa Friulana che oggi e domani sarà chiamato a dare l’ultimo saluto a Massimo e Andrea Zanutta deceduti all’alba di sabato mattina a seguito di un incidente stradale che ha visto la macchina in cui erano a bordo inabissarsi nelle acque del Cormôr.
Il primo saluto è in programma oggi alle 14.30 nella chiesa parrocchiale di Carlino: amici e conoscenti si raduneranno per dare l’addio a Massimo Zanutta, alla cui famiglia così tragicamente colpita - la moglie Katia, i tre figli piccoli, i genitori e la sorella - si stringerà attorno l’intera comunità a dimostrazione del grande affetto che nutrivano per questo loro concittadino. «Non fiori ma offerte alla famiglia», invita il necrologio.
Si terrà domani alle 15 invece nella chiesa di Carlino dove il feretro giungerà dall’Ospedale di Latisana, la cerimonia funebre di Andrea Zanutta, alla quale seguirà la cremazione. Sarà il secondo momento in cui la comunità carlinese verrà chiamata ad attestare la propria vicinanza a questa famiglia (Andrea lascia la moglie Marisa, i figli Elena e Davide, la mamma Lina e la sorella Giovanna), per farla sentire meno sola in questo durissimo momento. La famiglia «in memoria della passione di Andrea» annuncia che verranno raccolte offerte da devolvere all’Asd Fai Sport della Nostra Famiglia di Pasian di Prato.
Una doppia doccia gelata quella con cui sabato mattina si è svegliata Carlino, che ha appreso con estremo dolore del tragico incidente costato la vita ai due cugini. Massimo Zanutta, 44 anni, era direttore della Banca Friuladria di Ronchis di Latisana, vicepresidente del Cjarlins/Muzane, consigliere comunale a Carlino, consigliere della sezione Alpini di Palmanova. Amatissimo da tutti per la generosità e l’impegno, affrontava ogni situazione con sorriso e determinazione, nello sport come nella vita professionale.
Andrea Zanutta, 54 anni, agente e intermediatore d’affari nel mondo dell’agricoltura, era appassionato di calcio: dopo aver appeso le scarpette al chiodo, si era speso come dirigente (un ruolo che pare si apprestasse a ricoprire di nuovo con il Cjarlis/Muzane): era sicuramente una persone estroversa, «un compagnone», che non mollava mai.
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