Omaggio “invisibile” a Rietti al Revoltella Archivio a rischio

«Ci penserò un attimo. A questo punto». Due lettere di Italo Svevo potrebbero non arrivare più a Trieste. Fanno parte dell’archivio del pittore Arturo Rietti (1863-1943) assieme ad altri documenti come il carteggio con Giacomo Puccini, Benedetto Croce, Gabriele D’Annunzio e Arturo Toscanini. Tutti personaggi ritratti da Rietti. «C’è un attimo di esitazione. Nulla contro la città di Trieste» dice Anna Caterina Alimenti Rietti, vedova del nipote del pittore che, assieme alla figlia, è depositaria dell’archivio del pittore triestino. Tutta colpa di una mostra del Museo Revoltella. Una mostra “invisibile” aperta fino al 15 dicembre e inaugurata (si fa per dire) il 17 ottobre in concomitanza con il convegno di studi (“Arturo Rietti e il suo tempo”) organizzato dalla Soprintendenza a 150 anni dalla nascita. Il convegno, a cura di Luca Caburlotto e Enrico Lucchese, si è svolto a Palazzo Economo il 18 e 19 ottobre. «Il convegno mi ha procurato forte emozioni» spiega la nipote. «Sono rimasta spiacevolmente impressionata da quanto accaduto al Museo Revoltella e da quanto riportato sul foglio che illustra la sala dove sono esposti i lavori di Rietti» aggiunge Anna Caterina Alimenti. Un omaggio non proprio riuscito. «Il Museo Revoltella presenterà un percorso dedicato a Rietti esponendo ventidue dipinti dell’artista a partire dal 17 ottobre fino al 15 dicembre» si leggeva sulla promettente brochure del convegno. La brutta sorpresa il 19 ottobre alle 15.30 del pomeriggio. «Un gruppo di quasi venti persone, composto da cultori d’arte e appassionati del lavoro di Rietti appositamente partito da Roma, si è recato al museo per ammirare le opere. Quando l’accompagnatore ha chiesto dove fossero esposte in mosto gli è stato risposto che non c’era nessuna mostra». Un caso? No. «La stessa cosa è stata detta anche a me quando sono giunta al museo verso le 16. Ho mostrato allora la brochure del convegno dove di parlava della mostra e l’addetto mi ha riferito di non saperne nulla e che nessuno l’aveva avvertito». Uno sgarbo e un’amarezza dopo la gioia del convegno. In effetti la mostra (che poi è stata vista, ma che fatica) non è segnalata all’esterno e neppure all’interno. Bisogna chiedere. C’è anche un video muto che viene acceso solo su richiesta dove scorre una sequenza di quadri con una serie di spiegazioni. «I quadri sono anche ben esposti» ammette la nipote. Ma a rovinare tutto c’è il foglio A4 che riporta alcune notizie su Rietti. «Se non si voleva ricordare che la sala era stata allestita per i 150 dalla nascita di Rietti (cosa invece fatta per Mascherini a 30 anni dalla morte e Scomparini a 100 anni dalla scomparsa), quando meno si potevano riportare delle notizie biografiche esatte. Infatti il padre di Arturo muore quando lui ha 8 anni e, pertanto, nel 1871 e non già nel 1879, come riportato dalla scheda. Sono rimasta sconcertata. Bastava consultare Wikipedia. Inoltre non si fa alcune cenno alle varie medaglie da lui vinte». E quindi? «Non è ammissibile che un’istituzione importante come il Revoltella mostri questa sciatteria. Sono rimasta basita». Basita. «Forse al Revoltella non interessa l’archivio del pittore. E se non c’è l’interesse è inutile...».
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