Operato per 6 ore il giovane ferito al Lisert

Francesco Vallon viene tenuto in coma farmacologico: cruciali le prossime ore. Prime ricostruzioni dei carabinieri sul grave fatto
Di Tiziana Carpinelli
Bonaventura Monfalcone-01.02.2017 Cantiere Alto Adriatico-Luogo dell'infortunio-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-01.02.2017 Cantiere Alto Adriatico-Luogo dell'infortunio-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

Stava effettuando assieme a un collega più anziano le operazioni di spostamento di un muletto che sarebbe dovuto finire sul retro dei capannoni, dove sostano i rottami ferrosi. Francesco Vallon, l’operaio triestino di 22 anni rimasto vittima martedì mattina di un gravissimo infortunio al Cantiere Alto Adriatico in via Timavo, verso mezzogiorno si trovava sul piazzale d’ingresso dell’azienda, all’aperto, sotto una fine coltre di pioggia, poi caduta incessantemente per l’intera giornata.

Camminava di fianco al grande carrello elevatore, forse per un controllo, forse per dare indicazioni sulla strada da percorrere, visto che la meta da raggiungere si collocava in direzione opposta. Con lui c’era solo il guidatore del mezzo: un monfalconese di 49 anni, unico testimone oculare del drammatico incidente. Poi ascoltato dai carabinieri cui la Procura di Gorizia - che sul caso ha aperto il giorno stesso un fascicolo per lesioni gravi - ha affidato le indagini.

Il muletto più piccolo, destinato alla rottamazione, era già stato caricato sul carrello elevatore. Secondo le prime ricostruzioni effettuate dai militari stava sollevato da terra il minimo indispensabile per consentire il suo spostamento: 20 o 25 centimetri dal suolo. A un certo punto, sempre secondo quanto riferito, nel corso delle manovre il mezzo trasportatore si è girato, ha compiuto una breve retromarcia e, nel momento di riprendere il percorso in avanti, ha visto lo scivolamento del carico sul lato sinistro. In questa fase la cabina del muletto ha colpito l’operaio 22enne, investendolo al torace e al fianco.

Sempre stando alle prime, frammentarie notizie (la dinamica dell’infortunio è ancora al vaglio di carabinieri e ispettori dell’Azienda sanitaria), il muletto non si è rovesciato del tutto a terra, ma è rimasto parzialmente sul carrello. Così, pur sotto choc, il collega più anziano che stava manovrando il mezzo è riuscito a risollevarlo e a spostarlo più in là, distante dal giovane. Quindi è scattato l’allarme e un’autoambulanza del 118 si è precipitata al Lisert, per fornire la primissima assistenza.

Quando la pattuglia dei carabinieri è arrivata al Cantiere Alto Adriatico gli operatori stavano già trasferendo al San Polo Francesco Vallon. Sottoposto alla Tac il 22enne è stato indirizzato all’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine per ricevere l’assistenza del centro specializzato di Chirurgia spinale. Dove la sera stessa è stato sottoposto a un lungo intervento: l’équipe chirurgica ha operato per sei ore, nell’intento di ricomporre la frattura vertebro-midollare riportata nell’urto. Ora il 22enne triestino è ricoverato nel reparto di Terapia intensiva, sottoposto a coma farmacologico. Gli operatori sanitari non hanno sciolto la prognosi, né si pronunciano sul pieno recupero. I timori riguardano il danno alla colonna e al midollo che solo nelle prossime ore potrà essere valutato.

Per i familiari sono dunque comprensibilmente ore di grande preoccupazione e angoscia. Ieri papà Fulvio, ex consigliere comunale a Muggia, ha riferito che il figlio «è uscito dalla sala operatoria alle 23, poi è stato ricoverato nella Terapia Intensiva. Sarà complicato andare avanti». «A maggio - spiega - Francesco avrebbe finito il triennio di apprendistato al cantiere nautico: all’ultimo anno delle superiori aveva compiuto uno stage lì e dopo il diploma era stato assunto». Il giovane, che aveva anche una passione per lo scoutismo, «aveva studiato - come ricorda lo zio Fabio - in un istituto professionale di San Giovanni al Natisone e proprio per le sue capacità di falegname era stato subito notato da quel cantiere e assunto». Un ragazzo «capace, valido nel suo campo», dunque. «Ma la preoccupazione principale - conclude - è ora la salute».

Infine una nota dalla segretaria provinciale del Pd triestino, Adele Pino, è giunta ieri pomeriggio: «Oltre a esprimere la nostra vicinanza ai familiari e l’augurio di una guarigione senza conseguenze per Francesco, ribadiamo l’esigenza di adoperarsi per la sicurezza nei luoghi di lavoro, in particolare in quelle realtà lavorative che sono più a rischio, come possono essere i settori dell’attività portuale, della cantieristica e dell’edilizia».

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