Orban, investimenti e calcio per controllare la Slovenia

LUBIANA. La fortuna di essere minoranza ai tempi di Orban. Ne sa qualcosa la comunità magiara che vive nella regione Pomurska in Slovenia (nord-est), la quale certo non può lamentarsi della mancanza di soldi. Protetta costituzionalmente e con un seggio garantito in Parlamento, la minoranza ungherese riceve i finanziamenti dallo Stato sloveno e fondi ben più cospicui da investitori di Budapest molto vicini al premier Viktor Orban.
Orban, quindi, che non solo finanzierebbe alcuni media vicini al leader del Partito democratico (Sds destra populista) Janez Janša, ma che cercherebbe, come scrive il quotidiano Delo di Lubiana, attraverso i suoi “aiuti” alla minoranza ungherese in Slovenia di mettere in atto «i suoi nascosti motivi di autocrata» in modo da «influenzare la politica di un Paese contermine attraverso la porta dei partiti politici». E per tutto questo in slovenia è già stato coniato un termine: “l’orbanismo”.
Se a tutto ciò sommiamo la dichiarazione proprio di Janša che si è detto in grado di formare una nuova coalizione di governo di centrodestra dopo le dimissioni del premier Marjan Šarec sono assolutamente comprensibili le dichiarazioni dello stesso Šarec il quale su Facbook ha scritto: «Stiamo parlando su quale offerta chi farà a qualcuno, quali saranno i ministeri che saranno occupati.
Dovremmo invece chiederci a chi questo nuovo governo sarà sottomesso, se i media della Sds vengono comprovatamente finanziati dall’Ungheria (e la Sds questo non lo nega), senza che io parli dei contestabili crediti provenienti dalla Republika Srpska». Dunque: bingo! Per Orban e Janša, per i populisti e sovranisti europei che metterebbero un’altra bandierina sul loro personale atlante geopolitico europeo qualora il Janez nazionale diventasse primo ministro.
“L’orbanismo” fa breccia sul ventre molle della società media continentale: il calcio. I tycoon vicini al premier però agiscono con circospezione, non vogliono dare troppo nell’occhio, quindi non comperano società di calcio di primo rango, ma iniziano il loro lavoro dal settore giovanile e dalle serie più basse. Strategia messa in atto da Budapest verso le minoranze nazionali presenti in Romania, in Serbia, in Slovacchia, in Ucraina e, ovviamente, anche in Slovenia.
Qui a beneficiarne è stato il club Nafta Lendava, società che milita nella serie B slovena, ma che può contare oggi su finanziamenti che fanno impallidire anche le più quotate squadre della serie A. Nelle casse della Nafta Lendava sono affluiti oltre 4 milioni di euro di denaro fresco per dotare il club di nuove infrastrutture (campo sportivo e aree di allenamento) e per agevolare, con una buona guida tecnica, la promozione della squadra in serie A. Calcio e populismo, calcio e geopolitica, tutto sul corpo e sull’anima di una minoranza che certo non può lamentarsi, ma che rischia di amalgamarsi nella palude della già conosciuta temperie del “panem et circenses” forgiato addirittura ai tempi della Roma imperiale.
Se nella Lubiana che conta il “fenomeno” diventa oggetto di disputa in queste ore, c’è già chi invece, e proprio dal Pomurje, ha smascherato il “trucco” di Orban e amici. «Il modus operandi dell’Ungheria che ben conosciamo sta arrivando anche da noi», dichiara al Delo Jozsef Horvat, imprenditore magiaro appartenente alla minoranza nazionale di Lendava.
«Questi investimenti non danno risultati economici - precisa Horvat - e bisogna interrogarsi sulle ragioni per cui vengono effettuati». «Per quanto sarà nelle mie possibilità - prosegue - farò di tutto affinché la strategia di Orban non possa attuarsi anche in Slovenia». «L’Europa - conclude - si è accorta che questo modus operandi è pericoloso e che non sarebbe ragionevole che la Slovenia pensasse il contrario».
Horvat è il coautore della strategia economica per lo sviluppo della minoranza ungherese in Slovenia ed ex direttore della società Pro Futura la quale distribuisce ai magiari in Slovenia investimenti a fondo perduto da parte del governo di Budapest. Ma Horvat se ne è andato perché ha visto che non c’è alcuna strategia per lo sviluppo dietro questi investimenti gran parte dei quali finiscono nell’acquisto di nuovi trattori da parte degli agricoltori della regione. «Ne ho parlato a Budapest - spiega - ma era come parlare a dei sordi. È la politica di Orban: o sei con lui o contro di lui».
E Joszef Horvat punta il dito contro Ferenc Horvat, attuale deputato della minoranza al Parlamento di Lubiana e presidente della Comunità nazionale autogestita magiara. Lui è un uomo di Orban, spiega Joszef Horvat e «se non stai con lui in pratica non esisti».
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