Ordinanza: non date cibo al delfino finito nel Corno

Il provvedimento del sindaco è stato emesso dopo un incontro di coordinamento Vietata anche la balneazione, la navigazione e lo sosta lungo le sponde e i ponti
Di Francesca Artico
San Giorgio di Nogaro 27 giugno 2013. Delfino perso nelle acque del fiume Corno a Villanova. Foto Petrussi Foto Press / Diego Petrussi
San Giorgio di Nogaro 27 giugno 2013. Delfino perso nelle acque del fiume Corno a Villanova. Foto Petrussi Foto Press / Diego Petrussi

SAN GIORGIO DI NOGARO. Il Comune di San Giorgio di Nogaro ha emesso ieri un’ordinanza contingibile e urgente a tutela dell’incolumità del giovane delfino “Villeneve” (ma anche di quella pubblica) che da martedì staziona nel fiume Corno, dove pare abbia trovato un habitat a lui congeniale.

Il provvedimento così disposto dispone una serie di divieti. A partire dal fatto che al cetaceo non va dato del cibo.

L’ordinanza in particolare vieta così la sosta o l’intrattenimento a piedi o con veicoli lungo le sponde del fiume Corno e nei ponti che lo attraversano; vieta quindi di gettare nelle acque del Corno qualsiasi genere alimentare e oggetto; e, infine, vieta la navigazione, nonché l’immersione, in acqua lungo il fiume, in prossimità del ponte di Villanova e comunque nell’area in cui viene a trovarsi il cetaceo.

A partire da oggi è, inoltre, operativo un presidio, da parte di tutti i soggetti coinvolti nel salvataggio del delfino, al fine di continuarne il monitoraggio.

La riunione di coordinamento, tenutasi ieri in municipio a San Giorgio, è stata promossa dal comandante della Capitaneria di Porto, Luigi Spalluto, e dal sindaco, Pietro Del Frate. All’incontro erano presenti anche la Forestale regionale, la Polizia municipale dell’Unione della Bassa friulana, la Protezione civile. C’erano inoltre i biologi della Riserva marina di Miramare e quelli del Dipartimento di biomedicina comparata e alimentare dell’Università di Padova, nonchè i veterinari dell’Azienda sanitaria numero 5 Bassa friulana.

Il vertice di coordinamento è stato utile per fare il punto della situazione e adire a una gestione «corretta della problematica relativa alla permanenza nei canali interni e nell’ambito portuale del delfino».

Da qui è scaturita l’ordinanza, emessa proprio con l’intento di mettere il delfino in condizioni di ridiscendere il fiume e di ritornare nell’ambiente marino evitando altresì forme di disturbo e interazioni con il cetaceo.

Si intende, inoltre, evitare l’avvicinarsi delle persone, in virtù del fatto che alcune malattie sono trasmissibili dall’uomo. Infine, l’assembramento di persone lungo le sponde e sul ponte rischia di generare situazioni di pericolo per l’incolumità pubblica, in relazione ai luoghi del transito dei veicoli.

Intanto ieri, il giovane delfino di circa tre metri di lunghezza, si è spinto fino al Porto Vecchio, salvo poi risalire, tra guizzi e sbuffi, e andarsi a sistemare nelle anse più a monte del fiume Corno, dove si trovano tantissimi cefali, con i quali pasteggia.

Come hanno ribadito ieri i biologi, allo stato attuale il cetaceo non pare sofferente, per cui intendono lasciare che la natura faccia il suo corso, ovvero che il delfino decida di ritornare indietro, nel suo ambiente marino. I delfini, però, sono intelligenti e curiosi. Potrebbe pertanto succedere che ci voglia del tempo prima che il cetaceo abbandoni le acque del fiume per riprendere la via del ritorno.

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