«Oslavia viene risparmiata Il problema ora sono i merli che mangiano i filari d’uva»

Il vignaiolo Primosic racconta di come fra reti e pastore elettrico la zona tiene a bada gli ungulati. Il verso dei rapaci però non inganna gli uccelli 
Marco Bisiach

le vigne



La stagione, le reti e le precauzioni prese da residenti e produttori, le deroghe alla caccia e l’intensa attività del Corpo forestale. Il combinato disposto di un po’ tutti questi elementi ha resto l’emergenza cinghiali un po’ meno grave e sentita in questi mesi tra Piedimonte, Piuma e Oslavia, spostando altrove il “fronte” della battaglia agli ungulati. Anche se le coltivazioni e in particolare i vigneti devono fare i conti con altri avversari naturali, e gli uccelli in particolare. A spiegarlo è Silvestro Primosic, titolare della storica cantina vinicola di Oslavia. «Qui siamo piuttosto in alto, e con questo gran caldo i cinghiali preferiscono restare dove è più fresco e umido, attorno ai torrenti che scorrono ai piedi della collina di Oslavia – dice –. Alcune aziende si sono attrezzate con le reti, e io stesso le avevo collocate, anche se in passato più volte erano state sfondate. Quest’anno danni non ce ne sono stati, la popolazione di cinghiali sembra essere un po’ diminuita o essersi spostata altrove. Piuttosto il vero problema sono gli uccelli, che ci creano molti più danni, e dai quali non abbiamo alcun modo di difenderci».

Le vigne, a Oslavia come altrove, sono circondate ovviamente dalla boscaglia, riparo ideale per ghiandaie o merli che poi fanno razzia dell’uva su interi filari. «Ho anche sperimentato rimedi alternativi e tecnologici, come un sistema sviluppato da una ditta di Lubiana che riproduce il verso di uccelli rapaci, per spaventare i volatili e tenerli lontani – racconta Primosic –. Ma gli uccelli non sono affatto stupidi, e dopo un po’ si rendono conto che al suono non corrisponde un reale pericolo, e tornano a mangiare l’uva». Tornando ai cinghiali, poi, c’è anche da dire che la popolazione ha finito ormai per abituarsi alla loro presenza, a Piuma nei dintorni del grande parco così come a Piedimonte, o Lucinico. «Per questo, ultimamente non ho ricevuto particolare segnalazioni come accadeva in passato – spiega il consigliere comunale con delega al quartiere di Piedimonte, Walter Bandelj –. Anche se si tratta di un impegno non indifferente, molti si sono attrezzati con il pastore elettrico o reti speciali. L’emergenza qui adesso è minore». Questo è legato in parte anche alla stagione: ora i campi sono ormai quasi vuoti delle colture tipicamente primaverili, e non è ancora tempo di vendemmia. Sono settimane di “tregua”, dunque.

Inoltre le contromisure adottate da istituzioni e addetti ai lavori danno i loro frutti. «La Regione ha anticipato l’attività venatoria ad aprile, rispetto alla data abituale di metà maggio – dice Massimo Stroppa, direttore del servizio del Corpo forestale regionale –, e noi stiamo provvedendo agli abbattimenti in deroga. I numeri nel Goriziano non sono così rilevanti come a Trieste, ma l’attività è comunque importante in particolare nelle aree attorno al Parco di Piuma e a Piedimonte, e contribuiscono a contenere la presenza dei cinghiali». —



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