Paghe “truccate”, risarciti i lavoratori

Riconosciuta la responsabilita solidale di Sea Work, Demont, Sait e Fincantieri. Ma l’azienda potrà rivalersi sulla ditta d’appalto
Di Laura Borsani
Bonaventura Monfalcone-11.03.2014 Operazione caporalato Fincantieri-Carabinieri-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-11.03.2014 Operazione caporalato Fincantieri-Carabinieri-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

Dopo le condanne scaturite dal processo penale in relazione al caporalato nell’appalto di Fincantieri, ora il Tribunale di Gorizia ha emesso il suo verdetto in ordine alle paghe “truccate”.

Si tratta di sentenze pronuciate dal giudice del lavoro, Barbara Gallo, a seguito del ricorso presentato da due lavoratori bengalesi, difesi dall’avvocato Manuela Tortora, del Foro di Gorizia. Chiamate in causa sono la ditta Sea Work Srl, le imprese di subappalto Demont Srl e Sait Spa. Ma a figurare è anche la stessa Fincantieri. Per tutte il giudice Gallo ha disposto la condanna al risarcimento, applicando il principio della «responsabilità solidale».

I lavoratori che hanno presentato ricorso al Tribunale sono Miah Tapas e Abu Sofian. Il risarcimento complessivo stabilito dal giudice è pari a 19.272 euro, da liquidare rispettivamente in 8.020 euro e in 11.252 euro. Il tutto con il pagamento delle spese legali, di diritti, onorari e altri accessori dovuti per legge.

Di mezzo, dunque, ci sono le buste paga dei due lavoratori risultate, come riconosciuto dal giudice, «non corrispondenti fedelmente alle modalità di svolgimento del rapporto lavorativo tra il dipendente e la società». Buste paga contenenti anche voci «non veritiere», come ad esempio il «mancato lavoro».

Insomma, quelle paghe non contemplavano le reali ore lavorate dai dipendenti, ferie, permessi e straordinari. Si fa riferimento, infatti, ad oltre quaranta ore settimanali di attività resa, per un impegno giornaliero da otto fino a dieci ore lavorative, da lunedì fino a domenica, a fronte di 5-6 euro l’ora, senza il conteggio di straordinari, festivi e notturni.

I crediti vantati dai due lavoratori si riferiscono all’attività lavorativa svolta per conto di Sea Work, datore di lavoro, ma di fatto svolta nell’interesse delle sub-appaltatrici Demont e Sait, che hanno entrambe beneficiato per il 50% del lavoro eseguito.

Di fatto, pertanto, il Tribunale ha riconosciuto la responsabilità solidale non solo delle tre imprese di appalto e subappalto, ma anche della stessa Fincantieri. Il giudice del lavoro ha, però, contestualmente accolto anche la richiesta presentata da Fincantieri in ordine ai ristori nei confronti della ditta di riferimento Sea Work, Sait e Demont, e potrà rivalersi ai fini del recupero delle somme da versare a titolo di risarcimento. Quanto a Sait e Demont, è stata accolta la richiesta di essere, a loro volta, garantite da Sea Work. Il riferimento contrattuale resta legato a Sea Work, per la quale è stato stabilito l’obbligo principale al risarcimento dei lavoratori. Il giudice Gallo ha, infatti, sostenuto che la ditta «nel restare inerte, ha di fatto confermato il mancato pagamento ingiustificato delle spettanze del lavoratore», facendo riferimento allo stipendio di fatto “decurtato” e al mancato rispetto del contratto nazionale del lavoro.

In particolare le prove documentali e le testimonianze hanno confermato che Miah Tapas, nel periodo a cui si riferiscono i crediti vantati, pari a 8.020 euro (differenze retributive da febbraio a ottobre 2011, per un importo di 4.693 euro lordo, lavoro festivo per 273 euro, la tredicesima non percepita per 1.283 euro, ferie non godute per 992 euro, permessi non goduti per 775 euro, lavoro straordinario per 606 euro e trattamento di fine rapporto per 1.313 euro), ha lavorato dall’ottobre 2010, con assunzione a tempo determinato, a gennaio 2012, con intervenuta cassa integrazione, alle dipendenze di Sea Work, prima per conto di Sait, da gennaio a giugno 2011, e poi per conto di Demont.

Abu Sofian, invece, a fronte di crediti ammontanti a 11.251 euro (differenze retributive lorde relative al periodo da ottobre 2010 a ottobre 2011 di 6.008 euro, lavoro festivo per 273 euro, la tredicesima per 1.283 euro, ferie non godute per 992 euro, permessi non goduti per 775 euro, lavoro straordinario per 606 euro e trattamento di fine rapporto per 1.313 euro), ha lavorato dall’ottobre 2010, con assunzione a tempo determinato, a gennaio 2012, con intervenuta cassa integrazione, sempre alle dipendenze di Sea Work, e anche in questo caso prima per conto di Sait, da gennaio a giugno 2011, e poi per conto di Demont.

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