«Pagheremo tutto entro dicembre»

«Faremo un nuovo bando pubblico per la gestione dello stabilimento balneare sulla Diga del Porto vecchio». Lo ha confermato ieri sera il neopresidente Zeno D’Agostino, dopo il parere unanime del Comitato portuale alla revoca della concessione. Già alla vigilia questa possibilità era stata fatta balenare dal segretario generale Mario Sommariva. I tempi non potranno essere ultraceleri, ma è perlomeno certo che la destinazione “bagno”, come i triestini chiamano gli stabilimenti, almeno quella sarà comunque salva, anche se per un pelo. Anche questo viene spiegato nel documento dell’Authority. «Ai sensi della variante al Piano regolatore portuale per l’ambito del Porto vecchio approvata con decreto del presidente della Regione il 10 settembre 2007 - viene fatto rilevare - l’unica funzione ammessa nella “zona D” (Diga antistante il Porto vecchio) era quella di protezione della costa; pertanto la clausola di salvaguardia consentiva il mantenimento delle attività oggetto della concessione in esame, ma in caso di decadenza dell’associazione non sarebbe più stato possibile rilasciare concessioni demaniali per finalità diverse da quella sopra indicata con la conseguenza che la cittadinanza non avrebbe più fruito del bene demaniale, comunque utilmente recuperato e riqualificato e che l’Autorità portuale sarebbe stata investita degli obblighi di custodia e manutenzione del medesimo per evitarne il prevedibile degrado».
«Il nuovo Piano regolatore portuale vigente (approvato con delibera della giunta regionale 524 dell’1 aprile 2016) - prosegue il documento dell’Authority - ammette invece la funzione balneare sulla diga foranea antistante il Porto vecchio. Pertanto, a seguito della declaratoria della decadenza dell’attuale concessionario sarà possibile per l’Autorità portuale rilasciare nuove concessioni della Diga preservando l’attività di stabilimento balneare e servizi annessi».
L’Authority riferisce dunque di aver comunicato con una nota del 24 ottobre l’avvio del procedimento di decadenza della concessione nonché l’intenzione di dichiarare la decadenza dell’associazione previa acquisizione del parere del Comitato portuale assegnando alla concessionaria il termine di 10 giorni per le eventuali osservazioni scritte. «La responsabile de “La Diga - L’isola di Trieste”, Katiusa Stekar è in Germania - ha spiegato ieri Mario Esposito di Eurospiagge, la società che gestisce il ristorante - ma la causa dei mancati pagamenti per quest’anno va riferita ad Amare srl (gestiva lo stabilimento balneare, ndr.) che non ha versato i soldi affiché il concessionario potesse fare i versamenti all’Authority. Provvederemo direttamente noi di Eurospiagge - ha annunciato Esposito - entro il 10 dicembre pagheremo tutto il canone per il 2016. Lo abbiamo già scritto in una lettera inviata all’Autorità portuale». E per quanto riguarda tutti i canoni precedenti? «Non è certo un problema nostro», taglia corto Esposito. Ciò probabilmente non sarà sufficiente per fermare la revoca della concessione, per cui la palla ritorna a “La Diga - l’Isola di Trieste” che come è stato rilevato non potrà accampare la scusa di mancati versamenti da parte dei “subconcessionari”.
Proprio l’estate scorsa La Diga è tornata ad essere un tipico sito di attrazione cittadina come accadeva negli Anni Cinquanta. Di giorno una piccola isola di vacanza in città, amata da grandi e piccini, con spiaggia, terrazze, bar, ristorante, area per bambini, campi sportivi, zona fitness. Oltre a prendere il sole, fare il bagno, ristorarsi era possibile giocare a calcetto o a basket, seguire programmi di animazione. Di sera si trasformava in una vera e propria discoteca con musica e feste da giovedì a domenica e il karaoke di martedì. (s.m)
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