Palmanova, ultimi ritocchi all’acquedotto veneziano

PALMANOVA. Acquedotto veneziano di porta Udine, ultimo atto. La Soprintendente regionale Maria Giulia Picchione ha, infatti, dato il via ai lavori di restauro dell’edicola scultorea che troneggia tra le arcate dell’acquedotto. Questo intervento finale riconsegnerà alla fortezza di Palmanova il manufatto completamente ristrutturato ed efficiente.
Il costo del restauro ammonta circa a 22 mila euro. Alla direzione dell’intervento è stata chiamata l’architetta Carla Rigo con l’assistenza tecnica di Daniela Mariano ed i lavori saranno condotti dall’Impresa di Ermete Cargnelutti.
Dunque, a maggio prossimo questo importante manufatto, oggetto di vari interventi per riportarlo all’antico splendore e che rappresenta il suggestivo “biglietto da visita” per quanti accedono al centro storico da porta Udine, sarà definitivamente completato. La genesi di questo recupero è molto articolata in quanto l’acquedotto è stato restaurato dal Genio civile con la supervisione della geometra Paola Morelli in varie fasi, secondo le disponibilità finanziarie.
Restava da recuperare la lapide barocca posta tra le arcate, ma in questo caso la competenza passava direttamente alla Soprintendenza regionale. L’edicola è molto particolare e rappresenta, sotto due volute, una pelle di leone con un ricciolo della coda dell’animale che spunta come decorazione. La lapide riporta l’epigrafe laudatoria del Provveditore Pisani ed ai lati vi sono due figure allegoriche femminili, Igea e la Sorgente che ornano l’iscrizione. In basso, si può leggere il nome dello scultore, il palmarino Carlo Pico e la data dell’esecuzione dell’opera, 1751.
L’acquedotto invece risale alle origini della Fortezza ma nel 1665 il Provveditore Alvise Molin lo fece ricostruire quasi completamente utilizzando la pietra di Medea. Il restauro della lapide si è reso necessario in quanto l’opera era compromessa sia dal degrado naturale sia dai danneggiamenti attuati nel 1797 dai francesi. La testa del leone era stata scalpellinata e la statua sulla destra si presenta acefala. In sostanza l’edicola aveva subito “le attenzioni” dei francesi come tutte le effigi del leone di San Marco presenti in città.
Solo quella del Duomo dogale era stata risparmiata dalla truppe napoleoniche. Tra un mese circa il restauro sarà dunque completato ed un altro tassello dell’architettura della Fortezza riprenderà così la sua miglior veste.
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