Papà stalker e alcolista condannato a non poter incontrare i figli da solo

Dieci mesi di reclusione e 8.500 euro di risarcimento danni morali. Ma la pena patteggiata da uno stalker triestino, padre di due bambini di dieci e di dodici anni, accusato di aver perseguitato per mesi e mesi la propria ex moglie, non gli è costata soltanto questo. La sentenza di divorzio, proprio per effetto del reato commesso, ha ora stabilito che l’uomo non potrà più vedere i figli da solo. Dovrà farlo esclusivamente alla presenza della nonna e dello zio dei minori. Un “commissariamento” in famiglia, insomma.
L’uomo è un quarantasettenne e ha problemi di alcol. I giudici, dopo le indagini del pm Pietro Montrone, hanno accertato che l’imputato aveva terrorizzato l’ex coniuge, una quarantenne, anche davanti ai bambini. Dopo la separazione dalla donna aveva continuato a non darle pace: la seguiva, la picchiava, la umiliava. Per tutto il successivo percorso giudiziario la vittima si è appoggiata all’avvocato del Foro di Trieste Giovanna Augusta de’ Manzano. E così, tra indagini e udienze, è emerso il comportamento molesto e violento dell’uomo. Per lui, a un certo punto, era scattata anche la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla ex.
Il primo episodio risale all’11 febbraio 2016, quando la coppia si era appena separata. Il quarantasettenne, dopo aver riaccompagnato a casa i figli, si era messo a litigare con la ex proprio su come gestire i due bimbi: la separazione, infatti, prevedeva l’affido condiviso. Sono partite urla, offese, sputi. Le ingiurie sono proseguite al telefono, con messaggi e chiamate. Poi l’uomo ha cominciato a pedinare la quarantenne. Il mese successivo, a marzo, le ha teso una sorta di imboscata: ha aspettato l’ex moglie fuori di casa vietandole di salire in auto e prendendo a pugni il veicolo. Un’altra volta si è fatto trovare davanti alla porta dell’abitazione della donna urlando e battendo contro il muro. Poi è fuggito non appena sono arrivati i Carabinieri.
Episodi violenti che si sono ripetuti ancora: in un’altra circostanza l’ex marito ha spinto per terra la quarantenne colpendola con un calcio e stringendola al collo con le mani. Comportamenti per cui il quarantasettenne è stato riconosciuto colpevole in sede penale.
Ma la sentenza di divorzio, pronunciata a fine aprile dal Tribunale civile in composizione collegiale (presidente Anna Lucia Fanelli con i giudici “a latere” Monica Pacilio e Sabrina Cicero) oltre a disporre un assegno di mantenimento a carico del papà (320 euro mensili per ciascun figlio) ha decretato l’affidamento esclusivo dei minori alla madre. Non solo. Il padre potrà vedere i figli due volte la settimana in presenza della nonna paterna o dello zio paterno.
I giudici, inoltre, hanno autorizzato l’uomo a inviare un messaggio Whatsapp ai bambini nelle sole giornate di martedì e giovedì. Al quarantasettenne è vietato qualsiasi altro contatto telefonico o “de visu” al di fuori di quello stabilito. Il Tribunale, infine, ha invitato l’uomo a intraprendere un periodo di recupero al Sert (il Servizio di alcologia) e ha autorizzato i minori a seguire un percorso psicologico al distretto sanitario competente o da uno psicologo privato.—
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