Pasqua flop negli hotel E nei ristoranti -30%

Una marea di disdette per le pessime condizioni meteorologiche Pochi stranieri, tengono soltanto pizzerie, trattorie e bed&breakfast
Di Silvio Maranzana
Paolo Giovannini, Trieste, 31/03/2013, Turisti sotto la pioggia.
Paolo Giovannini, Trieste, 31/03/2013, Turisti sotto la pioggia.

Pasqua flop sia negli alberghi che nei ristoranti di Trieste. Cristina Lipanje, presidente provinciale di Federalberghi e Bruno Vesnaver responsabile provinciale della Federazione pubblici esercizi parlano a una voce sola: «Già la situazione non si prospettava eccezionale, ma le disdette, numerose e arrivate anche all’ultimo momento, hanno dato la mazzata finale». Alla crisi economica che ormai si fa sentire non solo a livello pratico, ma pure psicologico e che sta superando i confini nazionali per pesare in gran parte dell’Europa, si sono aggiunte le disastrose condizioni meteo con pioggia e freddo che hanno fatto sì che Trieste non sembrasse più nemmeno una città del Belpaese e non costituisse la tradizionale attrazione per i turisti d’Oltralpe.

«Almeno il 40% delle stanze d’albergo sono rimaste vuote - lamenta Cristina Lipanje - e ciò soprattutto, ma non esclusivamente, a causa delle molte disdette arrivate in seguito alle pessime condizioni del tempo. Rispetto soltanto all’anno scorso il calo, anche se non ancora quantificabile, è netto. E poi si è notata anche un’inversione di tendenza che per Trieste può suonare anche preoccupante: stavolta infatti si sono visti più turisti italiani, soprattutto dal centro-Nord ma per fare qualche esempio anche dalla Puglia, che non dall’estero. Pochissimi gli austriaci e i tedeschi che tradizionalmente costituiscono una fetta determinante dei soggiorni in città». Pochi i turisti anche nei locali della città, di Muggia e del Carso, ma anche tanti triestini, più degli anni scorsi se ne sono rimasti a casa, o comunque hanno rinunciato a pasti abbondanti sia nel giorno di Pasqua che in quello di Pasquetta». «Anche solo rispetto all’anno scorso, quando pure la crisi era già nel pieno dei suoi deleteri effetti - afferma Vesnaver - il calo è stato perlomeno del 30 per cento. A risentirne soprattutto i locali di prestigio, tranne qualcuno di fama nazionale che mantiene la propria clientela selezionata. Ma per il resto la gente non vuol più saperne di spendere 50, 60 o 70 euro a testa per un pranzo pasquale, come invece già succedeva solo qualche anno fa. Tutti vogliono spendere 25-30 euro e come si è notato anche in questi giorni pure di festa, ne beneficiano soltanto le pizzerie, le trattorie più a buon prezzo, gli8 agriturismo». «Purtroppo la classe media è sparita o è stata fatta sparire - concorda Cristina Lipanje - e lo vediamo benissimo in questi giorni anche dal nostri punto di vista. Hanno tenuto gli hotel di lusso a quattro o cinque stelle e poi gli alberghi low cost, le pensioni, i bed and breakfast. Questi ultimi vengono preferiti dai ragazzi e dalle giovani coppie che oltretutto prenotano sempre on line. Talvolta i prezzi sono uguali a quelli di un albergo a tre stelle, ma in questo caso incide il fatto che un bed and breakfast è più trendy». Una vacanza low cost di questi tempi implica la prenotazione sempre sul web, magari fatta all’ultimo momento o in strutture low cost oppure il viaggiare in camper che in questi giorni attorno a Pasqua sono arrivati numerosi in città a testimonianza che molti non rinunciano a muoversi, ma lo fanno in modo più economico a costo di rinunciare a molti comfort.

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