“Passi di salute” e condivisione: così si combatte il disagio nascosto
Si è abituati a pensare che le forme di disagio socio-sanitarie siano diffuse unicamente nelle periferie. Invece, esse sono altrettanto presenti anche nel centro delle città e la vera differenza è che generalmente qui tendono a venir nascoste.
Per combattere questa forma occulta di disagio è attiva da un anno, in via del Pane, 6, la Microarea di Cittavecchia, all’interno del progetto Habitat-Microaree promosso dall’Azienda sanitaria triestina assieme al Comune e all’Ater di Trieste.
La struttura era nata originariamente nel 2005, quando il rione non era ancora il cuore pulsante della città come oggi, ma anzi un luogo poco frequentato e degradato.
Successivamente la Microarea di Cittavecchia aveva subito una battuta d’arresto di oltre due anni, fino alla riapertura dell’anno scorso.
«La differenza con i rioni di Ponziana o Rozzol è che lì gli abitanti si conoscono e uscire con un disagio visibile non crea così tanti problemi. Qui, invece, il disagio c’è e tanto, ma le persone in difficoltà fanno tanta più fatica a uscire per uno stigma di cui hanno timore», spiega Paola Comuzzi, responsabile della Microarea di Cittavecchia.
Per tale motivo le attività degli operatori locali si concentrano soprattutto sul superamento di questo senso di diffidenza ed esclusione.
Un esempio di tutto questo è la camminata intitolata “Passi di salute”, che si tiene ogni lunedì e giovedì, dalle 9 alle 11, con un gruppo di una ventina di residenti, che passeggiano per le vie del centro città e al rientro si intrattengono ancora per un caffè e una chiacchierata insieme.
È poi presente uno sportello informativo aperto tutti i martedì dalle 9 alle 11 per le anamnesi infermieristiche, le rilevazioni dei parametri sanitari, le indicazioni su percorsi medici e le attività di prevenzione.
Tra le varie altre iniziative promosse dalla Microarea, da segnalare quella che si tiene ogni venerdì mattina, con inizio alle 10: l’incontro intitolato “I protagonisti”, in cui ogni cittadino può raccontare agli altri la sua storia di malattia superata, di obiettivi raggiunti o di capacità da diffondere. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo