Pedofilo latitante arrestato a Pola

Pedofilo triestino condannato a una pena definitiva a sette anni e tre mesi di reclusione catturato dopo due anni di latitanza a Sissano, vicino a Pola.
È il bilancio di una lunga e complessa indagine effettuata dalla squadra mobile di Gorizia coordinata dal dottor Claudio Culot.
Un’indagine che ha visto la collaborazione della polizia croata e dell’Interpool.
In manette è finito Bruno Cliselli, di 74 anni, triestino. Il provvedimento esecutivo per la sua carcerazione era stato emesso dalla Procura della Repubblica di Gorizia nell'agosto del 2015, al termine dell'iter giudiziario che aveva portato alla sua condanna per ripetutiti e aggravati episodi di violenza sessuale ai danni di un minore, che all'epoca non aveva ancora compiuto i dieci anni.
I fatti erano accaduti a bordo di un'imbarcazione al largo di Grado, nel 2007 e nel 2008, ma dall'emissione della sentenza definitiva aveva fatto perdere le sue tracce lasciando l'Italia.
Cliselli era stato infatti cancellato per irreperibilità dal comune di Rivignano, dove risiedeva e dove in precedenza aveva gestito un'attività commerciale. Era scomparso e nessuno sapeva indicare dove si trovasse, tant'è che sono risultate vane le sue ricerche effettuare nella provincia udinese.
La polizia ha però accertato che in alcune occasioni il latitante rientrava in Italia, a Trieste, per riscuotere la pensione che gli veniva accreditata su un conto corrente postale.
Gli agenti della mobile, come ha spiegato Culot, hanno organizzato per oltre due mesi puntuali appostamenti nei pressi dell’ufficio postale ma di Cliselli nessuna traccia.
A tradire il latitante è stata invece la sua passione per le barche, una passione che forse nel tempo si è trasformata in lavoro.
Senza riscuotere la pensione in Italia Cliselli aveva bisogno di soldi e potrebbe essersi trasformato in pescatore per mantenersi con la vendita del pesce. Sia come sia la passione del pedofilo per il mare ha indicato una pista agli investigatori. Un percorso complesso che ha subito una svolta per un fatto fortuito. Cliselli ha infatti, avuto un incidente con la sua vettura in Croazia, in tempi precedenti, e una serie di indagini tecniche di una certa complessità, svolte con sistemi innovativi e di ultimissima generazione, che il Procuratore Massimo Lia ha autorizzato ad impiegare coordinando le attività d'indagine, hanno ristretto il campo intorno ai suoi spostamenti e ai suoi contatti. La polizia ha così potuto comprendere che l'uomo disponeva di un natante ormeggiato in una "marina" istriana, che usava per la pesca e talvolta anche come dimora.
In precedenza gli agenti della squadra mobile avevano cercato tracce del latitante anche in alcuni marina in territorio italiano. A quel punto è stata estesa la cattura in ambito internazionale con il mandato di arresto europeo richiesto dalla locale Procura della Repubblica e con l'ufficiale di collegamento italiano in Croazia sono stati avviati stretti contatti al fine di indirizzare la sezione catturandi della polizia croata alla sua individuazione.
Lo scorso mercoledì 8 febbraio un amico del Cliselli è partito dall'Italia, probabilmente da Trieste, per raggiungerlo, ma il personale della squadra mobile - che controllava i contatti del latitante - nella notte è riuscito ad installargli sul veicolo un localizzatore gps attraverso il quale si sono seguiti i suoi spostamenti. Fotografie, indirizzi e ogni altra risultanza dell'attività investigativa pregressa sono stati comunicati, attraverso l'ufficiale di collegamento, alla polizia croata che si è messa in azione con diverse unità operative. Guidati dal localizzatore, e da altri sistemi tecnici, la sera i due sono stati fermati: l'amico è potuto rientrare in Italia, Cliselli è stato arrestato ed attende l'estradizione nelle carceri di Pola.
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