Pellegrini a Barbana si rinnova l’omaggio al “santo” istriano

Ricorrono i 40 anni della traslazione sull’isola dell’urna con i resti di Egidio Bullesi al quale si ascrivono dei miracoli
Di Antonio Boemo

Viene ricordato oggi con solenni cerimonie il 40° anniversario della traslazione a Barbana dell’urna e dell’avvio al processo sulla vita, le virtù e la fama di santità di Egidio Bullesi, definito da molti fedeli «il “santo” istriano».

Un processo iniziato il 6 maggio 1974 dall’arcivescovo di Trieste Antonio Santin, che era stato guida spirituale del giovane marinaio scomparso nonché parroco del duomo di Pola. Di conseguenza, per le celebrazioni previste oggi a Barbana saranno presenti, oltre a quelli italiani, anche tanti fedeli provenienti da Pola ma anche da Trieste.

Il 4 maggio di quarant’anni fa Grado, e anche Barbana, furono flagellati dal vento e dalla pioggia. Tuttavia in quella giornata, alla presenza di un incredibile numero di fedeli, fu deposta nella cappella dell’Apparizione dell’isola di Barbana, costruita nel punto dove venne rinvenuta la statua della Madonna, l’urna contenente i resti di un marinaio morto a Pola a soli 23 anni.

Egidio Bullesi era deceduto in concetto di santità 45 anni prima, il 25 aprile del 1929, dopo una breve e intensa vita da marinaio e operaio ai cantieri di Monfalcone, sempre con un impegno molto forte nella vita ecclesiale come cristiano laico. Tanti gli appunti, gli scritti, e i pensieri che lasciò. Quanto morì venne sepolto, davanti a una marea di persone, nel cimitero di Pola. Il discorso fu tenuto dall’allora don Antonio Santin.

Nel 1973 il fratello dello scomparso, don Eugenio, fece riesumare le ossa per trasferirle a Ramuscello di Pordenone, sua parrocchia. Ciò, in attesa di una definitiva collocazione. Da Ramuscello l’urna fu trasportata a Portogruaro e da lì trasferita a Grado, dove giunse il 4 maggio di quarant’anni fa.

In basilica a Grado venne celebrata la messa e, nonostante il maltempo, con un corteo di barche l’urna venne infine trasportata a Barbana.

Per il riconoscimento delle virtù la strada è ovviamente molto lunga. Egidio Bullesi è già venerabile, e il processo per arrivare alla beatificazione è in corso da tempo, in attesa della conferma di alcuni presunti miracoli che vengono ascritti al suo intervento. In particolare quello di aver salvato alcuni marinai delle nostre zone, che stavano dipingendo la fiancata di una grande nave ormeggiata in un porto americano muovendosi su assi legate a degli argani, assi che caddero improvvisamente facendo precipitare i marinai nel vuoto. La loro morte era pressoché certa. I marinai chiesero in quel momento aiuto al loro giovane collega, a Egidio Bullesi. Incredibilmente il precario ponteggio si bloccò a pochi metri da terra. Per questo fatto Bullesi è considerato anche il protettore dei marinai.

Il programma delle celebrazioni odierne a Barbana prevede alle 15.30 l’incontro dei gruppi di pellegrini con i terziari francescani e i marinai in congedo di Grado. Quindi il saluto del rettore del santuario e la presentazione dello studio su “Il Venerabile Egidio e la sua straordinaria famiglia”, curato da Gianni Strasiotto, biografo del clero diocesano di Concordia, e da Walter Arzaretti, da anni impegnato nella causa di beatificazione. Alle 16 si terrà la solenne concelebrazione eucaristica presieduta da monsignor Basilio Danelon, vicario generale della Diocesi di Concordia-Pordenone. Al termine si snoderà lungo gli argini dell’isola la processione, fino ad arrivare alla cappella dove è custodita l’urna con i resti di Egidio Bullesi. Lì si terranno il canto delle litanie dei santi e l’omaggio all’urna del venerabile, oltre alla rievocazione della traslazione dei resti di Egidio a Barbana. La cerimonia si concluderà con una solenne benedizione.

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