«Pensione da ritirare sennò non riesco a pagare l’affitto»

Alle 11 del mattino il tabellone conta persone dell’ufficio postale di piazza Verdi segna il numero 24, ma i biglietti usciti dalla macchinetta elimina code a quell'ora hanno superato quota 200. Marina Clarich, pensionata, aspetta con in mano il numero 38 ritirato alle 9.49: “Sono decenni che vengo a riscuotere qui la pensione, tutto è sempre andato bene, aspetto ancora un poco. Vorrei anche pagare la bolletta del telefono». Ma sulle porte degli uffici postali disseminati in città si leggono scuse per il disagio dovuto alla nuova tecnologia introdotta. E le persone in fila, tra cui molti anziani e soprattutto donne, attendono sperando di riuscire a incassare la pensione per pagare le bollette, mentre gli impiegati guardano impazienti i monitor in attesa del collegamento. «Povera Italia», dice sconsolato uno dei tanti pensionati in fila allo sportello di piazza Verdi per pagare la bolletta del telefono.
Antonio, un altro pensionato, dopo aver fatto un giro di un'ora è ritornato, ma nulla da fare: non riesce a ritirare la pensione della madre ultranovantenne. La signora Fiore Filipaz esce dall’ufficio e in piazza Verdi sfoga la sua rabbia: «È da mercoledì che devo ritirare le pensioni delle mie due zie di 90 anni. Sabato sono andata due volte a San Giacomo e a Melara per prendere la mia, stamattina sono qui in piazza Verdi per pagare l'assicurazione, ma chiuderò tutto e aprirò un conto in banca». Stessa storia per Ferruccio Chiachich: «Venerdì a San Luigi era tutto bloccato, sabato idem, così sono qui per vedere se funziona e se riesco ad avere la pensione, grazie a Dio ho ancora un po' di soldi a casa».
Alla posta di via Marconi alle 11.40 il conta persone è spento: la gente sta in fila silenziosa, per il momento il collegamento c'è. Una signora ha chiesto il permesso dal lavoro, un'altra ha chiuso il negozio per andare in posta a fare i pagamenti.
È invece davanti all'ufficio postale di viale Sanzio che lo sconforto dei tanti in fila da ore si fa sentire. Gli sportelli, ironia della sorte, sono rimasti chiusi fino a mezzogiorno - si legge su un avviso - per lavori alla rete elettrica. Ma alle 12.15 le porte sono ancora bloccate. Un pensionato che vuole restare anonimo spera di poter pagare le bollette che scadevano ieri: «Ho provato a Barcola, in via Marconi e ora sono qui. È un’indecenza». Ma anche nell’ufficio di viale Sanzio c'è chi vorrebbe avere i soldi della pensione, come Caterina Corsi, 90 anni: «È dal 4 giugno che attendo, mi hanno mandato in via Marconi ma lì mi hanno detto che non possono pagarmi e ho fatto un'ora di fila per niente. Cercherò di farmi aiutare da mia figlia anche perché domani (oggi ndr) mi scade la rata dell'affitto e non so come pagare».
Mentre le storie delle attese arrivano fino ai bar di quartiere e sugli autobus, a San Giacomo alle 12.42 allo sportello è il turno del numero 43 e al distributore di biglietti esce il 372. Tre signore sedute dalle 8.30 aspettano con pazienza, una ha in mano il biglietto con il numero 84: «È vergognoso, se uno ha problemi di salute deve attendere così tanto, io sono qui da tre ore e mezza». (i.gh.)
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