Per Cariello una stanza alla Mademar

Il gip Barresi ha disposto il trasferimento dell’anziano accoltellatore nella residenza sanitaria assistita
Silvano Trieste 15/09/2014 Tribunale di Trieste, l'accoltellatore
Silvano Trieste 15/09/2014 Tribunale di Trieste, l'accoltellatore

Una stanza alla Mademar. Sarà questa la prossima cella per Francesco Cariello, il pensionato di 81 anni che all’alba del 15 settembre alla fermata del bus in via Alpi Giulie ha accoktellato Loredana Gombac, 51 anni, riducendola in gravi condizioni. A disporre la detenzione nella residenza sanitaria assistita di via Madonna del Mare dell’uomo che è agli arresti domiciliari è stata il gip Laura Barresi dopo aver ricevuto la disponibilità della dottoressa Barbara Mazzoleni del distretto 3 dell’Azienda sanitaria.

Attualmente Cariello è degente, o meglio recluso, in una stanza dell’ospedale Maggiore dove era stato accolto, sempre in regime di arresti domiciliari, su precisa indicazione del giudice Barresi.

Lo scorso 4 novembre il direttore generale dell’Azienda sanitaria Francesco Cobello, riferendosi alla situazione di Cariello, ha inviato una e-mail al giudice Barresi in cui ha evidenziato «sia l’assenza di patologie acute in atto, sia il rischio di infezioni ospedaliere correlate a una prolungata permanenza nel reparto». A questo punto è stato necessario trovare una nuova soluzione che è stata la residenza sanitaria di via Madonna del Mare questo - si legge nel provvedimento - «anche in considerazione della necessità di contemperare la tutela delle esigenze cautelari e il diritto alla salute dell’indagato». Anche in questo caso Cariello dovrà rimanere in una stanza senza essere piantonato e senza alcun braccialetto elettronico di controllo. Ma dovrà continuare a essere tenuto a debita distanza dagli altri ospiti. Una situazione non facile.

La questione della detenzione, spinosa, era già come detto emersa già nelle scorse settimane. Impossibile metterlo ai domiciliari nella sua casa di via Pagano: in quello stabile Ater risiede la vittima dell'aggressione, Loredana Gombac. Già una prima volta Cariello era stato portato in ospedale, ma da lì era stato rimandato al Coroneo perché, fatti gli esami medici, era risultato non soffrire di patologie acute. Lo stesso difensore, l’avvocato Stefano Briscich si è anche attivato per effettuare un cambio di alloggio in un altro stabile Ater, ma finora senza risultato. Nulla nemmeno, da quanto appreso, da alcuni parenti residenti in provincia di Napoli che si sono rifiutati di ospitarlo da arrestato. Al giudice non è rimasta che l'opzione prima dell'ospedale. Poi della Rsa.(c.b.)

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