Per il 70% degli adolescenti ubriacarsi è già un’abitudine

E il 40% racconta di mettersi poi alla guida del motorino. A 10 anni oltre un terzo dei ragazzini ha provato una bevanda alcolica. Le indagini di Azienda sanitaria e Astra. Sabato un convegno
Di Giulia Basso
In una foto d'archivio giovani bevono in strada in corso di Porta ticinese a Milano. ANSA/PAOLO GERACE/DRN
In una foto d'archivio giovani bevono in strada in corso di Porta ticinese a Milano. ANSA/PAOLO GERACE/DRN

Il consumo di alcol tra gli adolescenti è allarmante. L’età del primo bicchiere cala a vista d’occhio: già a 10 anni oltre un terzo dei ragazzi ha provato una qualche bevanda alcolica e per il 70% degli adolescenti tra i 14 e i 16 anni l’abuso di alcol è ormai un’abitudine. E il 40% di questi giovanissimi racconta di mettersi comunque alla guida del motorino dopo aver bevuto.

È il quadro che emerge dalle indagini svolte sul campo dagli operatori dell’Azienda sanitaria e dell’Astra, Associazione trattamento alcoldipendenze, che si occupa da lungo tempo del problema attraverso 21 gruppi di auto-aiuto e 4 sportelli informativi aperti su tutto il territorio provinciale, e con interventi nelle scuole che hanno coinvolto sinora oltre mille ragazzi di quasi tutti gli istituti superiori e professionali e un buon numero di scuole medie di Trieste e provincia, oltre a ricreatori e oratori. «Trieste è una città dal triste primato», racconta Claudio Zarattin, presidente dell’Astra: «Ci sono parecchie persone dipendenti dall’alcol e tante che si avvicinano a questa sostanza in un’età critica. La nostra associazione di volontariato conta un’utenza di circa 200 persone con i loro familiari. Anni fa ci siamo chiesti cosa fare per i più giovani, perché l’approccio non poteva essere lo stesso usato per gli adulti. Ci è venuta in aiuto la psicologa e psicoterapeuta Carla Piccini, dell’Istituto Gestalt Trieste, con la quale abbiamo formato i nostri operatori per parlare ai ragazzi col loro linguaggio. E abbiamo scoperto che per farci ascoltare la soluzione migliore era rendere gli stessi giovani protagonisti».

Accanto all’associazione c’è la Provincia, che da sei anni con il progetto Overnight si occupa del problema e delle sue conseguenze indirette, in primis legate agli incidenti stradali dovuti a ubriachezza tra i giovani: incidenti che grazie a Overnight, dice l’assessore provinciale alle politiche giovanili Roberta Tarlao, sono stati pressoché azzerati. Obiettivo condiviso è indurre un cambio di mentalità rispetto alla cultura dello sballo, abbattendone i falsi miti. Spesso il consumo di alcol dai ragazzi non viene percepito come fattore di rischio, ma, complici le pubblicità diffuse sui media, è associato a momenti di gioia e benessere.

Esistono anche tra i più giovani bevitori stabili e problematici per i quali è inutile parlare di prevenzione. È stato poi evidenziato che i ragazzi che bevono presentano maggior disagio psicologico, in particolare maggiore oppositività e aggressività.

Per discutere del problema Astra, con Provincia e Ass, organizza per dopodomani, sabato, dalle 9 nella sala Saturnia della Stazione Marittima, il convegno “Alcol e giovani: binomio da approfondire.” Vi parteciperanno, come è stato annunciato ieri in Provincia nella conferenza di presentazione, i medici Rossana Purich e Salvatore Ticali e lo psicologo Alessandro Vegliach, dell’unità operativa Dipendenze sostanze legali della Azienda sanitaria, lo psicologo e psicoterapeuta Guido Marinuzzi, il dottor Andrea Fiore, dell’unità operativa Dipendenze sostanze legali della Ass isontina, lo psichiatra e docente universitario Flavio Poldrugo, la psicologa e operatrice Astra Raffaella Brumat e lo scrittore Pino Roveredo. Tarlao renderà pubblici anche i risultati raggiunti nel 2013 da Overnight. Ma ci saranno soprattutto tanti ragazzi, chiamati a intervenire in prima persona e con contributi video per inquadrare il problema.

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