Pesca in crisi, la Croazia importa gli scampi

Vengono acquistati in Slovenia e Ungheria. La Ue intima di distruggere entro l’anno il 5% della flotta
Di Mauro Manzin

TRIESTE. Momento estremamente delicato per il mondo della pesca croato. Entro la fine dell’anno, infatti, dovranno distruggere il 5 per cento della flotta di pescherecci, per la cui operazione l’Unione europea ha messo a disposizione 5 milioni di euro per il risarcimento. In Croazia attualmente sono registrati 3.700 natanti adibiti alla pesca di cui però circa l’80% non supera i 12 metri di lunghezza. Il valore del pescato in Croazia non raggiunge il punto percentuale di Pil. I 5 milioni di euro offerti dall’Europa sono sufficienti alla distruzione di 40 pescherecci che in totale fanno 180 tonnellate regolarmente registrate e pari, come detto, al 5% dell’intera flotta da pesca del Paese.

Viste le pessime condizioni del settore pesca in Croazia attualmente ci sarebbero ben 100 unità pronte alla “autodistruzione” a cui si aggiunge l’interesse da parte di decine di altri proprietari di unità più piccole al punto che la somma messa a disposizione dell’Unione europea si rivela, alla prova dei fatti, insufficiente. Ma c’è un altro timore che pervade in queste ore i pescatori croati pronti a cambiare lavoro. La paura è che il governo croato imponga una tassazione sui risarcimenti che saranno ricevuti dall’Ue. Per i pescatori condizione inaccettabile visto che molti di loro sono pronti a investire per convertire i propri natanti ad altri usi, soprattutto turistici e quindi hanno bisogno di denaro per gli investimenti.

Per tratteggiare con precisione le condizioni del settore pesca croato oggi ci sono i dati forniti dalla Camera di commercio di Zagabria. L’anno scorso l’export del pescato e dei lavorati della pesca è stato inferiore di 5 milioni di dollari rispetto al 2012. Anche l’import di pesce e di lavorati di pesce ha subito un calo pari a 4 milioni di dollari nello stesso periodo.

Ma quel che suscita il riso amaro, molto amaro, dei pescatori croati è il fatto che la Croazia importi trote vive dalla Bosnia-Erzegovina, carpe dall’Ungheria e aragoste congelate da Portogallo, Danimarca, Singapore e Ungheria. Ma il colmo è che la Croazia importa anche scampi dalla Slovenia e, udite udite, dall’Ungheria. I buongustai di questo prelibato crostaceo che frequentano i ristoranti croati sono avvisati.

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