Piano regolatore, l’appello delle Comunelle

I vertici della Comunanza chiedono ai candidati dem di aprire immediatamente un dialogo
Di Ugo Salvini
Paolo Grossi durante la conferenza stampa al termine dell'elezione a presidente della Corte Costituzionale a Palazzo della Consulta a Roma, 24 febbraio 2016. ANSA/CLAUDIO PERI
Paolo Grossi durante la conferenza stampa al termine dell'elezione a presidente della Corte Costituzionale a Palazzo della Consulta a Roma, 24 febbraio 2016. ANSA/CLAUDIO PERI

Vantano diritti secolari e chiedono che «i partecipanti alle primarie del Pd prendano in esame le istanze e le esigenze di chi vuole e deve essere coinvolto nei procedimenti di sviluppo del territorio dell’altopiano». Sono i componenti della Comunanza (Agrarna Skupnost), organizzazione che accoglie al suo interno ben 29 Jus Comunelle distribuite fra San Dorligo della valle Dolina e Duino Aurisina, comprendendo ovviamente anche Trieste, e che ieri hanno dato vita a una conferenza stampa, svoltasi a Padriciano, provocatoriamente intitolata “Non vogliamo andare alle elezioni affamati e assetati”.

«Il tema principale - ha spiegato Carlo Grgic, vicepresidente della Consulta nazionale della proprietà collettiva - è quello relativo al Piano regolatore di Trieste, che non può essere delineato e tanto meno definito senza il nostro contributo. Ci sono troppi provvedimenti che individuano Siti di importanza comunitaria (Sic) e Zone di protezione speciale (Zps) - ha proseguito - senza tener in debito conto i diritti di quanti vivono e operano in questi territori dell’altopiano da un considerevole numero di anni e i cui diritti sono sanciti nei libri tavolari. Ci sono state tolte aree produttive - ha sottolineato - e le relative attività economiche, trasformando la destinazione di territori. Abbiamo fatto un conteggio - ha precisato il vicepresidente della Consulta nazionale - e dalla fine della guerra a oggi, a forza di espropri, sono stati sottratti alle Jus Comunelle circa 25 milioni di metri quadrati per costruire autostrade e altro. Chiediamo perciò - ha concluso Grgic - che il Comune di Trieste prenda in esame le nostre richieste e che i due partecipanti alle primarie si siedano assieme a noi attorno a un tavolo per chiarire i loro programmi in merito».

«C’è una legge del ’52 - ha ricordato Vladimir Vremec, presidente della Comunanza - che ha sancito il diritto delle Jus Comunelle di esistere e di essere titolari di diritti di proprietà». La legge richiamata, la n. 991, precisa anche che «solo i beni acquistati dalle comunioni dopo il 1952 posso tornare oggetti di libera contrattazione». «Sulla base di questo dettato - ha insistito Grgic - ogni ettaro sottratto alle Jus Comunelle per esigenze pubbliche deve essere restituito in un’altra area». I rappresentanti della Comunanza hanno poi richiamato anche la legge regionale n. 97 del ’94 la quale stabilisce che «le Comunelle devono essere coinvolte nelle scelte urbanistiche e di sviluppo locale e nei provvedimenti avviati per la gestione forestale e ambientale e per la promozione della cultura locale». I relatori hanno infine ricordato che il nuovo presidente della Corte Costituzionale, Paolo Grossi, «si è già espresso a favore dei diritti delle Jus Comunelle».

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