Piazza 24 Maggio a Cormons e quel poco lusinghiero primato

Quando venne scelto per la nuova piazza 24 Maggio di Cormons, Boris Podrecca già era architetto famoso. Nato a Belgrado nel 1940 da padre sloveno e madre croata, con i genitori ha vissuto il secondo dopoguerra a Trieste per trasferirsi a Vienna negli anni’60 laureandosi al Politecnico per poi diventare ordinario all’Università di Stoccarda. Moltissimi i concorsi vinti come i progetti realizzati, tra i quali la splendida piazza di Pirano del 1989, con l’elegante ellisse a base della statua di Tartini e una serie di oggetti sparsi, riferimenti locali o citazioni dotte di architetti del passato.
L’incarico per Cormons arriva nel 1989 e la piazza che prima era uno slargo asfaltato viene risolta con grande attenzione al Genius Loci della capitale del Collio in modo esemplare: dal richiamo ad Alfonso Canciani, per l’inserimento del bronzeo Lanciasassi, dinamica opera del 1894, alla vasca monolitica in marmo rosso, citazione di quella dell’Altes Museum di Berlino, opera del 1828 dell’architetto Schinkel. Sulla pavimentazione che prevede inserti in ciottolato e l’ombra del campanile in pietra grigia, diversi tipi di paracarri a sfera o cilindrici, diritti o inclinati come per urto accidentale, panchine lineari e raffinati lampioni a globo appositamente progettati: una piazza armoniosa, gioia per gli occhi dei molti studenti d’architettura a rimirarla dopo l’inaugurazione del 1990, seduti sotto la pergola del bar Rullo sospesa ai monolitici pilastri progettati da Podrecca nei modi della Wiener Werkstätte.
Al posto della bella pergola presto arriva una sgradevole copertura plastica, mentre la pietra d’Istria davanti al Municipio inizia quasi subito a sfaldarsi nella polemica tra l’architetto e il Comune sfociata poi in una causa con quest’ultimo perdente, dato che quella pietra era specificatamente prevista nel progetto approvato dalla amministrazione con apposita delibera.
La piazza di Cormons è solo la prima delle piazze in regione la cui pavimentazione ha iniziato a sfaldarsi poco dopo l’inaugurazione. Seguiranno quelle di Palmanova, di Trieste (piazza Unità dell’architetto francese Bernard Huet e piazza Vittorio Veneto ancora di Podrecca), di Monfalcone, ancora Cormons (piazza Libertà) e le piazze di Gorizia. Ma come mai questo disastro? Primo colpevole senz’altro il legislatore italiano, per le tante “Merloni” dal 1994 in sostituzione della legge sulle opere pubbliche del 1865 e culmine nell’appalto al “massimo ribasso” che se funziona in Germania ha stoppato la piazza Vittoria di Gorizia. Poi la dequalificazione delle maestranze, iniziata negli anni’90 con le guerre balcaniche e la sostituzione degli operai italiani specializzati con meno costosi immigrati generici. E la certificazione, con i materiali da costruzione che malgrado le ineludibili dichiarazioni di qualificate università non reggono il tempo. Infine per qualsiasi manifestazione i mezzi pesanti sulle piazze con i tir che scardinano i conci di pavimentazione già solo ruotando il servosterzo.
Nessuna soluzione, solo il rattoppo continuo…
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