Piccoli archeologi crescono

Iniziativa della Soprintendenza con le scuole, coinvolti più di 200 ragazzi
Lasorte Trieste 03/06/14 - Biblioteca Statale, Soprintendenza Beni Archeologici
Lasorte Trieste 03/06/14 - Biblioteca Statale, Soprintendenza Beni Archeologici

Prima conoscevano solo le imprese di Indiana Jones, ora sono diventati degli archeologi in erba, in grado di classificare, schedare e disegnare reperti originali, ma anche di cimentarsi con l’attività di scavo stratigrafico. Sono più di 200 i ragazzi della scuola media Corsi e 24 i bambini della scuola per l’infanzia Tomizza che hanno partecipato quest’anno al “Progetto didattico di educazione al Patrimonio Culturale”, un’iniziativa - nata su richiesta degli insegnanti e grazie a una convenzione tra la Soprintendenza per i beni archeologici del Fvg e l’istituto comprensivo di via Commerciale - che ha dato modo ai più giovani di avvicinarsi durante l’anno scolastico all’affascinante mondo dell’archeologia. Due i progetti proposti dai Servizi Educativi della Soprintendenza e supportati dagli insegnanti: “Vivere a Trieste dall’età romana all’età moderna” per i ragazzi della scuola media e “Di terra e di fuoco”, per i bambini della scuola per l’infanzia.

Entrambi hanno riscosso parecchio successo tra gli studenti, grazie all’approccio utilizzato, che ha reso i più giovani protagonisti di lezioni teoriche e soprattutto di attività pratiche molto gradite. I ragazzi hanno potuto sperimentare direttamente in cosa consista il mestiere di archeologo, toccando con mano i materiali di scavo e imparando a classificare, schedare e disegnare veri reperti, che le archeologhe Ambra Betic, Beatrice Gobbo e Patrizia Loccardi hanno portato di volta in volta in aula. Tante le attività collaterali nate dal progetto.

Per i bambini invece sono stati proposti dei laboratori incentrati sulle attività manuali: i più piccoli si sono improvvisati giovani Flintstones, giocando a realizzare piccoli vasi di argilla con gli stessi metodi di lavorazione dell’epoca preistorica, ma hanno anche testato l’attività di scavo stratigrafico, alla ricerca di reperti nascosti ad hoc. “In quest’epoca di globalizzazione si rischia l’omologazione culturale – commenta Luigi Fozzati, Soprintendente per i beni archeologici del Fvg -. Che i più giovani conoscano le nostre specificità culturali è perciò fondamentale per contrastare questa tendenza: il patrimonio culturale appartiene in primo luogo a loro».

Giulia Basso

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