Pietre d’inciampo e l’omaggio a Peteani: così Ronchi ricorda le tragedie di ieri e oggi

Dall’omaggio alle vittime dei nazisti fino alla cittadinanza alla staffetta partigiana, senza dimenticare le guerre in corso

Luca Perrino
La cerimonia in occasione della posa delle cinque nuove pietre d’inciampo. Foto Bonaventura
La cerimonia in occasione della posa delle cinque nuove pietre d’inciampo. Foto Bonaventura

Cinque nuove pietre d’inciampo, dedicate ad altrettanti ronchesi uccisi nei campi di sterminio nazisti, rafforzano la memoria storica locale. Ma anche il ricordo del dramma dei rastrellamenti, iniziati il 24 maggio del 1944, esattamente 81 anni fa. Sullo sfondo, la consegna della cittadinanza onoraria a Gianni Peteani, figlio di Ondina, staffetta partigiana.

Ronchi dei Legionari, sabato, ha vissuto una giornata davvero molto particolare e partecipata, scandita da momenti solenni di grande emozione. Senza retorica, nella consapevolezza che la memoria aiuta a costruire il futuro.

 

Le pietre d’inciampo

Coordinata dalla consigliera comunale Federica Bon, la mattinata è iniziata con la posa delle pietre d’inciampo. La prima lungo via D’Annunzio, dedicata a Franco Bruni, classe 1926, ucciso a Dachau.

Nel settembre del 1943, studente, si aggregò alla Brigata Proletaria e partecipò alla battaglia di Gorizia. Sfuggito al rastrellamento tedesco tornò a casa ed entrò nell’Intendenza Montes.

Fu arrestato proprio il 24 maggio di 81 anni fa.

In via della Santissima Trinità una pietra ricorda poi Roberto Pelos, ucciso a Mauthausen. Nato nel 1925, montatore aeronautico, partecipò anche lui alla battaglia di Gorizia nella Brigata Proletaria. Scampato all’accerchiamento, raggiunse il Battaglione Triestino.

Ilario Manià, assassinato a Bergen Belsen, viene ricordato in via San Lorenzo. Era nato il 6 giugno 1869. Fu arrestato a Trieste e deportato in Germania, trasporto 22. Giunse a Dachau il 30 gennaio 1944.

Una pietra è dedicata, lungo viale Garibaldi, pure ad Argo Tambarin, caduto a Mauthausen. Studente, classe 1925, si unì nel settembre del 1943 alla Brigata Proletaria e prese parte a propria volta alla battaglia di Gorizia.

Infine, in via Berini, è stato ricordato Renato Zanolla, assassinato a Dora. Meccanico, partecipò a Ville Montevecchio alla costituzione della Proletaria, partecipando poi alla battaglia di Gorizia. In piazza Oberdan, laddove vennero presi tutti gli arrestati prima del tragico viaggio nei lager, la cerimonia s’è impreziosita delle note della banda della Filarmonica Verdi, coi labari delle associazioni e il gonfalone scortato dalla Polizia locale.

Accanto al sindaco Mauro Benvenuto, tra gli altri, la prefetta Ester Fedullo, i presidenti di Aned e Anpi Libero Tardivo e Marina Cuzzi e Mario Candotto: oggi, a quasi 99 anni, l’unico sopravvissuto.

A destra Mario Candotto, alle sue spalle Gianni Peteani
A destra Mario Candotto, alle sue spalle Gianni Peteani

Le tragedie di oggi 

Un richiamo al difficile contesto internazionale è giunto quindi da don Luigi Fontanot, che ha fatto riferimento in particolare a Gaza e Ucraina. Nel suo intervento la prefetta ha da un lato trasmesso la sua emozione e, dall’altro, ha voluto sottolineare, davanti a così tanta gente, la vitalità della comunità ronchese, unita anche in questa occasione. «Il nostro compito, oggi, è duplice: ricordare e trasmettere. Ricordare – così Benvenuto – per restituire dignità e voce a chi è stato cancellato dalla storia con la violenza. Trasmettere, perché la memoria non resti rinchiusa in un giorno commemorativo, ma diventi responsabilità quotidiana, consapevolezza viva nelle nuove generazioni e in tutta la comunità».

L’omaggio a Ondina Peteani 

La cerimonia dedicata a Ondina Peteani. Foto Bonaventura
La cerimonia dedicata a Ondina Peteani. Foto Bonaventura

A Gianni Peteani infine la consegna della cittadinanza onoraria dedicata alla madre Ondina. Ha ricordato le figure di Sonia Bacicchi e di Tamara Candotto quali «scortartici di memoria e testimoni di seconda generazione». In una giornata caratterizzata dalla sempre più partecipata cerimonia, il Pd ha ritenuto «importante aderire alle manifestazioni organizzate contro le guerre in corso, con particolare riferimento alla strage di innocenti, donne e bambini e alle terribili sofferenze della popolazione nella striscia di Gaza, nella Cisgiordania e nel Libano».

Riproduzione riservata © Il Piccolo