Pizzul: «Servono più sinergie nel Collio»

CORMONS. «Il Friuli ed il Collio sono da sempre un piccolo “riassunto” dell'Universo, e sotto il profilo turistico le sinergie territoriali anche con la vicina Slovenia possono essere fondamentali per valorizzare queste aree così pregne di Storia e cultura».
Bruno Pizzul è forse “la voce” per eccellenza dell'Italia calcistica in generale, ma più in particolare anche della sua regione e di quello spicchio di territorio a cavallo dell'ex confine. E vista la sua autorevolezza (da oggi ribadita anche dal conferimento della Laurea honoris causa dell'Università di Udine in “Comunicazione integrata per le imprese e le organizzazioni”) ecco che le parole del 77enne giornalista acquistano ancor più significato. Il riconoscimento accademico è stata proposto dal Dipartimento di scienze umane che, individuando delle «evidenze del sapere che si riflettono nel campo della sociologia della comunicazione sportiva, configurano Pizzul quale suo interprete e testimone privilegiato». In quest’intervista, gli abbiamo chiesto cosa pensa del nostro territorio e delle sue possibilità di sviluppo turistico. Ne è venuta fuori una chiacchierata molto piacevole.
Pizzul, lei nasce a Udine ma dopo dieci giorni di vita si trasferisce a Cormons dove cresce, vive e torna spesso anche tuttora pur essendo residente a Milano: da cormonese che ha girato il mondo, come è visto turisticamente il Collio all'esterno?
Cormons ed il Collio, nel loro piccolo, riflettono la mentalità di una regione, la nostra, che storicamente è stata mèta di invasioni barbariche di popoli che arrivavano da lontano, e quindi i miei compaesani si sono sempre sentiti sudditi di qualcun altro. Ma questa storia così complicata porta con sé anche l'incomparabile vantaggio di essere incrocio e crogiolo di tre grandi culture: quella latino-italiana, quella slovena e quella austriaca, con particolare affezione soprattutto a quest'ultima, come si può notare ancora oggi da certa toponomastica. Ecco che allora proprio su queste mescolanze dobbiamo puntare, collaborando anche con la vicina Brda.
In che maniera?
Valorizzando le connotazioni tipiche della zona. Il Friuli ed il Collio sono da sempre un piccolo riassunto dell'Universo, e sotto il profilo turistico le sinergie territoriali anche con la vicina Slovenia possono essere fondamentali per valorizzare queste aree così pregne di Storia e cultura. La zona collinare è estremamente suggestiva: tutto è perfettibile ma il significativo successo degli agriturismi nel Collio sottolinea come le potenzialità siano molto buone.
Secondo il suo parere cosa potrebbe essere auspicabile per rendere ancora più attrattiva questa zona?
È auspicabile che la valorizzazione passi attraverso relazioni culturali, economiche, politiche da parte di tutti gli attori che operano sul territorio. E lo devono fare in sinergia, senza alcune piccole gelosie che tuttora resistono rappresentando un freno allo sviluppo.
La Laurea honoris causa che riceverà dall'Ateneo di Udine è un premio alla sua friulanità ed al suo amore per il territorio?
Innanzitutto devo dire che un pizzico di imbarazzo è subentrato in questi giorni: è un riconoscimento prestigioso superiore a quelli che possono essere i miei meriti.
E cosa le causa quest’imbarazzo?
Probabilmente è causato dal fatto che professionalmente ho parlato spesso e volentieri del Friuli, del Goriziano e di tutto il territorio da cui provengo. Sono contento quindi che il riconoscimento arrivi da una delle Università della mia regione: sono particolarmente legato alla mia terra e alle sue genti. E poi, c’è un altro particolare.
Quale?
A volte gli elementi territoriali friulani, sloveni, triestini e quant'altro sono in contrasto, ma come recita il famoso refrain pubblicitario, siamo «gente unica» che ha un grande senso di appartenenza verso le proprie origini.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo