Pneuomologia conquista la Scuola di specializzazione

Traguardo ottenuto  grazie ai punteggi elevati  nei concorsi a livello nazionale e al prestigio assicurato dall’attività di ricerca

La Pneumologia triestina cresce e lo fa grazie alla nuova scuola di specializzazione in malattie dell’apparato respiratorio. «Si tratta della seconda nel Triveneto dopo quella all’Università di Padova», spiega il direttore della struttura complessa di Pneumologia dell’Azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste, Marco Confalonieri.

«A luglio di quest’anno - spiega -, in seguito al concorso nazionale di accesso alle specializzazioni mediche, Trieste è stata la Scuola di specialità pneumologica che ufficialmente ha avuto il punteggio di accesso più elevato d’Italia e il primo medico in lista ha scelto proprio la nostra città per completare il percorso di studi».

La storia della cura delle malattie polmonari a Trieste ha avvio nel 1954 con la costruzione dell’ospedale Santorio, 400 posti letto oggi diventati sede della Sissa. «Come in tante altre città d’Europa le criticità da affrontare erano legate alle abitudini di vita e alle condizioni economiche della popolazione nella prima metà del secolo scorso: la tubercolosi era di fatto la malattia polmonare dominante, se non esclusiva. Con il cambiamento della situazione economica e con l’arrivo di nuove medicine e cure derivanti dalla rivoluzione tecnologica la Tbc smise di richiedere ospedali dedicati».

Di qui la riorganizzazione nel 2000 con la creazione del nuovo assetto della pneumologia all’ospedale di Cattinara. «Oggi il reparto è molto cresciuto - aggiunge il primario -. I numeri che più riflettono la trasformazione sono quelli dell’attrazione di pazienti da fuori Trieste (il 36.6% dei ricoveri ordinari e in Day-hospital del 2014), l’occupazione dei posti di Day-hospital pneumologico arrivati a superare il 700% lo scorso anno e l’incremento delle prestazioni ambulatoriali arrivate oltre la cifra di 43.700, di cui 28.760 per esterni nel 2014».

Negli ultimi anni è stata creata l’Unità di terapia intensiva respiratoria (Utir) che ha ridotto la mortalità per broncopneumopatia cronica riacutizzata e insufficienza respiratoria, «c’è stato lo sviluppo della pneumologia interventistica grazie anche al sostegno della Fondazione CRTrieste che si è esteso anche alla ricerca, il riconoscimento come Centro di riferimento per le malattie rare polmonari a livello europeo. La nuova Scuola di specializzazione - ha voluto rimarcare Confalonieri - è giunta grazie all’interessamento particolare del Direttore del dipartimento di Scienze cliniche, chirurgiche e della salute di Roberto Di Lenarda, che si è fortemente impegnato per portare un altro importantissimo tassello nel percorso della pneumologia triestina, coinvolta negli ultimi anni anche nel campo della ricerca scientifica portata avanti insieme all’Icgeb». —A.P.

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