Pochi medici all'ospedale di Ragusa, in bilico il Pronto soccorso

ZAGABRIA Troppo cara e troppo lontana, Ragusa (Dubrovnik), la città più a sud della Croazia, è a corto di medici. All’ospedale cittadino manca una trentina di dottori che si starebbe ora cercando anche in Serbia e in Bosnia; ma intanto il servizio sanitario locale - avverte la stampa croata - è «sull’orlo del collasso». «Circa ventimila pazienti tra Zaton, Dubrovnik e Breno (Župa dubrovačka) rimarranno con una sola squadra di pronto intervento con un medico», denuncia il portale Dnevnik.hr. Di fatto l’Agenzia regionale del pronto soccorso ha annunciato nei giorni scorsi di non essere più in grado di assicurare la presenza di due medici nel servizio di pronto soccorso nell’arco delle 24 ore. E questo proprio per la carenza di personale: tre medici hanno dato le dimissioni e due si sono detti in partenza per conseguire una specializzazione.
È un paradosso per la città più ricca della Croazia, quella che registra ogni anno i record di flussi turistici. Ma è proprio la fortuna di Ragusa a causare la penuria di personale medico. «La città è decisamente più cara di quanto lo sia il resto della Croazia, perciò i dottori non sono interessati a lavorarci», ha detto alla tv Rtl il presidente della Camera croata dei medici, Trpimir Goluža: «È un problema del Comune e della Regione, che devono accordarsi per risolverlo. All’ospedale servono altri trenta dottori per funzionare regolarmente».
Quello di Ragusa è ormai un problema cronico, dato che nonostante gli incentivi annunciati in passato da Comune, Regione e Ministero i medici continuano ad andarsene. «L'unico modo per far funzionare normalmente l'ospedale e avere un pronto soccorso è sottoscrivere dei contratti di prestazione di servizio», ammette il direttore dell’ospedale ragusano Marijo Bekić. Questo espediente ha finora permesso al nosocomio di assumere, se ve ne fosse bisogno, medici in più da altre cliniche. Ma di recente - riporta la tv Hrt - l’Ispettorato del lavoro ha finito per condannare questa pratica, con l’avvio di una causa nei confronti dell’ospedale. Interpellato sul tema dell’attività di una squadra unica di pronto soccorso in città, il ministro della Sanità Milan Kujundžić ha assicurato che non si arriverà a tanto: «Se necessario un medico in servizio all’ospedale sarà trasferito al reparto mobile», ha detto. Soluzione tampone che non risolve il nodo. Pesantemente indebitato, l’ospedale di Ragusa dovrà anche rispondere in tribunale dell’uso irregolare dei costosi contratti a chiamata (35 nel 2016 e nel 2017), grazie ai quali medici di Fiume o Spalato accettano di lavorare lì nei propri giorni di riposo. Ma «senza quegli 89 specialisti che ogni tanto vengono da noi l’ospedale non potrebbe funzionare», ribadisce il direttore del nosocomio Bekić. —
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