Polemica per la bandiera titina alla cerimonia dell’Anpi

Il capogruppo forzista Gentile: «Le manifestazioni partigiane sempre più comizi politici» Il sindaco Ziberna: «Un’offesa per la nostra città»

«Le commemorazioni dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia) assomigliano sempre più a comizi politici».

Ad affermarlo, attraverso una nota, è il capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale, Fabio Gentile. «Il riferimento è alla commemorazione della prima battaglia partigiana di Gorizia che si è svolta, sabato, nel piazzale Martiri della Libertà, davanti alla stazione ferroviaria». A rappresentare il Comune c’era l’assessore al Bilancio, Dario Obizzi.

Durante la manifestazione sono apparse bandiere jugoslave di Tito. Cosa ha procurato un travaso di bile a Gentile ma anche al sindaco Ziberna. Lo stesso capogruppo di Forza Italia fornisce la foto che immortala quella «sgradita bandiera».

Ma andiamo con ordine. L’esponente di Forza Italia in Consiglio comunale e già vicesindaco ai tempi del primo mandato Romoli attacca: «Questo sparuto gruppo di nostalgici ormai non ha più a che fare con la Resistenza ma prende giornalmente le distanze dalla Costituzione italiana, nel momento in cui alle loro manifestazioni sono accompagnati dalla bandiera della Jugoslavia di Tito e dal tricolore con la stella rossa. Un’offesa per la nostra città che ha sofferto per i 45 giorni di deportazioni che proprio da chi si identificava in quelle bandiere sono iniziati», si legge in una nota al curaro.

Continua Gentile: «Ormai l’Anpi a Gorizia è diventato un partito “ad uso e consumo” di Picco e della ex insegnante Di Gianantonio, i quali continuano a preferire un dittatore (Tito) pur di distinguersi dal periodo fascista. Ovviamente per loro, la Resistenza non si è mai conclusa, fosse Mussolini, la Dc, Berlusconi o Renzi, l’imperativo rimane e rimarrà il comunismo e le sue dittature a cui si rifanno, unici fra i pochi, dopo oltre ottanta anni».

«Gorizia - prosegue l’esponente di centrodestra - cerca di dimenticare ed onorare la memoria di tutti i caduti del secolo breve, l’Anpi continua a voler rivedere la storia sotto il segno di una ideologia che per loro non è finita ma è ancora attuale. Spero che in futuro il Comune di Gorizia prenda posizione quando a manifestazioni ufficiali saranno branditi vessilli di questo genere che nella nostra città hanno significato soltanto lutti, tragedia, drammi ed occupazione».

Più breve ma ugualmente tranchant la presa di posizione del primo cittadino. Che non fa troppi giri di parole. «Si tratta- dichiara il sindaco di Gorizia - di una chiara provocazione politica che offende la nostra città e i suoi cittadini. Offende la memoria degli oltre seicentocinquanta goriziani deportati, a guerra finita, ed uccisi per la sola “colpa” di essere italiani».

Fra.Fa.

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