Porti, Austria divisa tra Trieste e Capodistria

Il responsabile delle ferrovie d’Oltralpe Koeller: «Sceglieremo in base alle nostre esigenze»
TRIESTE «L’Austria vuole avvicinarsi all’Adriatico e utilizzare pressoché esclusivamente i suoi porti. Poi però Trieste e Capodistria dovranno vedersela tra di loro». È quanto ha affermato ieri a Trieste Rudolf Koeller, responsabile della gestione traffico delle Ferrovie austriache, all’annuale convegno dell’Istituto per lo studio dei trasporti nell’integrazione economica europea. Gli obiettivi dell’Austria sono supportati da piani già delineati. «È in fase di progettazione - ha annunciato Koeller - il tunnel del Semmering, una galleria che sarà lunga 25 chilometri e consentirà tra dieci anni di ridurre di mezz’ora il tempo necessario a percorrere il tratto ferroviario tra Vienna e Graz. Un’altra mezz’ora potrà essere recuperata con un’altra galleria che verrà realizzata nel tratto tra Graz e Villaco e che sarà transitabile tra nove anni».


Per andare da Villaco a Vienna le merci impiegheranno dunque un’ora di meno. E la Slovenia farà partire contemporaneamente ai lavori del tratto tra Divaccia e Capodistria anche quelli del tratto tra Divaccia e Trieste. E ciò avverrà esattamente nel 2012. Quest’altro annuncio importante è stato fatto ieri pomeriggio nell’ambito dello stesso convegno da Boris Zivec, sottosegretario ai Trasporti della Repubblica di Slovenia. Di fronte al boom dei traffici dell’Estremo Oriente, presto, secondo quanto ha affermato ieri Koeller, all’Austria non converrà più servirsi dei porti del Nord Europa.


E a quel punto Vienna e gli operatori austriaci punteranno tutto su Trieste o su Capodistria? Ha sorriso a lungo dopo questa domanda il responsabile del traffico ferroviario austriaco. «Per noi Trieste è un porto e Capodistria è un porto. Sta a voi competere o collaborare, noi sceglieremo in base alle nostre esigenze». Questione insidiosa e di scottante attualità dal momento che proprio lunedì il ministro dei Trasporti austriaco Werner Faymann aveva visitato lo scalo di Capodistria assieme al suo omologo sloveno Janez Bosic. E il presidente di Luka Koper, Robert Casar, gli ha ribadito che l’Austria è il Paese più importante per il porto di Capodistria che vorrebbe essere il primo porto per la nazione transalpina, ruolo che oggi spetta a Rotterdam. Il primo a denunciare qualche mese fa la clamorosa perdita di ruolo dello scalo triestino era stato il console onorario dell’Austria a Trieste, nonché spedizioniere di professione, Franco Gropaiz, ieri presente in sala e nel frattempo chiamato a guidare Adriafer, la società che si occupa del movimento dei carri merci in porto. Era così divenuto di dominio pubblico il fatto che dopo 250 anni non solo Trieste non è più il porto dell’Austria, ma è stata superata appunto anche da Capodistria, oltre che da Rotterdam e da Amburgo.


«Il governo sloveno - ha dichiarato ieri Zivec - considera parimenti importanti la Divaccia-Capodistria e la Divaccia-Trieste». E se i tempi annunciati e cioè il 2012 per l’avvio dei lavori saranno rispettati, la Slovenia che sta per ottenere dalla Deutsche Ban un cofinanziamento per il raddoppio della Capodistria-Divaccia, rischia di far prima dell’Italia. «La linea Alta velocità propriamente detta - ha annunciato Franco Marzioli, direttore commerciale di Ferrovie italiane - non toccherà il Friuli Venezia Giulia, ma con il sistema di rete anche questa regione avrà i suoi benefici». In sostanza dunque i treni, ma in questo caso si parla di treni passeggeri, viaggeranno a 250 chilometri all’ora soltanto fino a Mestre.


Le ferrovie hanno un ruolo decisivo nel rilancio dell’intero sistema logistico adriatico, come ha rilevato nella prolusione al convegno, Giacomo Borruso, presidente dell’Istituto. «Ma i traffici stanno privilegiando il Tirreno e l’Adriatico è meno reattivo - ha affermato - per carenze strutturali dei suoi porti e in particolare di Trieste». «Il ruolo delle ferrovie per far ripartire lo scalo triestino è cruciale», ha recentemente affermato il presidente dell’Autorità portuale Claudio Boniciolli, insistendo anche sulla necessità che le Ferrovie italiane spingano per il collegamento ferroviario tra i porti di Trieste e di Capodistria. «Confermo che le ferrovie italiane intendono svolgere in futuro anche il ruolo di operatore logistico all’interno del porto di Trieste», ha concluso Marzioli.

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