Porto, 7mila tonnellate di patate a settimana

Gran lavoro al Terminal frutta, ma svanisce il business dell’uva che riprende invece la strada del Nord
sterle trieste 09 02 09 terminal frutta operazioni di scarico sacconi patate
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Ogni settimana 230-240 container e dentro ogni container 27 tonnellate: fanno complessivamente 6 o anche 7 mila tonnellate di patate che settimanalmente dal mese scorso arrivano al Terminal frutta, sul Molo Quinto. La stagione di quello che è il genere di punta di un “green corridor”, un corridoio marittimo di generi agroalimentari che da anni Trieste tenta invano di creare è incominciata sotto buoni auspici. Le patate sono quelle bianche del deserto egiziano e fino a un paio d’anni fa arrivavano anche con le navi convenzionali direttamente al terminal; oggi tutto viaggia nei container che dal Molo Settimo dove vengono sbarcati in particolare dalle navi che fanno servizio in Mediterraneo della Msc, sono trasferiti al Quinto, qui aperti e lavorati. Le patate vengono stipate nei magazzini o messe direttamente sui Tir con cui vengono trasportate in Germania, nazione di quasi esclusiva destinazione. É un traffico inaugurato nel lontano 1993 con un modesto quantitativo di tremila tonnellate, poi via via cresciuto fino a toccare le 95mila tonnellate (solo di patate) del 2008, ultimo anno in cui non si sono sentiti i riflessi della crisi mondiale.

«L’avvio quest’anno è stato più che soddisfacente - afferma Marco Garbassi, amministratore delegato di Terminal frutta Trieste (Tft), società di cui il Gruppo Gavio possiede le quote quasi al completo - l’obiettivo è di poter proseguire fino al termine della stagione, cioé a giugno, ma fare previsioni è impossibile perché sono in gioco troppe variabili, non ultimi la situazione politico-economica in Egitto e le condizioni meteorologiche.» La nomina di Garbassi, triestino di 46 anni, in Tft dal 2006, è recente. Ha sostituito Walter Preprost che ha assunto il medesimo incarico in General cargo terminal società che gestisce lo Scalo Legnami dove recentemente c’è stato un cambio completo di governance. Alla presidenza di Tft è rimasto James Pingani, mentre Elisabetta Zocchi completa il consiglio di amministrazione. I dipendenti sono 15 e per le operazioni di manodopera il terminal si avvale anche delle cooperative Ideal service e Gst.

Per un genere che funziona, le patate, un frutto, l’uva che ha fatto recentemento capolino a Trieste con quelle che sembravano buone prospettive ma che invece non vivrà nemmeno quest’anno un boom. «Gli importatori spalmano gli arrivi oltre che su Trieste, anche su Ravenna e soprattutto su Capodistria, porto di cui continuiamo a soffrire la forte concorrenza - spiega Garbassi - ma, quel che è peggio è che Seagoline, società che fa parte del Gruppo Maersk ha inaugurato un nuovo servizio tra l’Egitto, da dove proviene anche l’uva e il Nord Europa. Ci sono più giorni di navigazione, ma i noli sono più bassi e visto che l’uva è diretta soprattutto in Germania, Olanda e Inghilterra, conviene sbarcarla a Rotterdam e ad Anversa.»

A Trieste dunque ad affiancare le patate rimangono perlopiù soltanto le arance (ma al terminal ci sono anche magazzini per lo stoccaggio di caffé e metalli) e pare ancora lontanto l’obiettivo delineato l’anno scorso dal presidente Pingani di arrivare a 240mila tonnellate annuali di frutta e verdura rispetto alle 120mila del 2012. «La concessione a Tft scade nel 2016 - conclude Garbassi - ma stiamo completando la documentazione per richiederne entro l’anno una almeno ventennale in modo da poter fare una serie di investimenti per potenziare il terminal.» Si punterebbe ad ampliare la capacità dei magazzini frigoriferi da 18 a 30mila metri cubi e a rifare il layout, ormai datato. del terminal. (s.m.)

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