Porto di Trieste, dal governo 207 milioni per la costruzione del Molo VIII

Il via libera della Conferenza Stato – Regioni è di giovedì 4 aprile 

Diego D'Amelio
Il primo rendering: il futuro molo VIII (hhla)
Il primo rendering: il futuro molo VIII (hhla)

TRIESTE Il governo finanzierà la costruzione del Molo VIII con 207 milioni. L’ultimo passaggio burocratico è stato assolto oggi, giovedì 4 aprile, con la Conferenza Stato-Regioni che ha dato il suo benestare al riparto proposto dal ministero delle Infrastrutture, che ha scelto di convogliare su Trieste più di metà dei 355 milioni stanziati nell’ultima manovra di bilancio per lo sviluppo della portualità nazionale.

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Il via libera era nell’aria, ma non poteva essere considerato un passaggio scontato. La Conferenza era infatti chiamata a pronunciarsi sulla progettualità di Roma, senza che fosse possibile escludere la contrarietà di Regioni rimaste escluse dalla suddivisione del fondo da parte del governo.

Così non è stato e i 207 milioni possono ora essere dati per acquisiti, anche se servirà un decreto ministeriale per formalizzare il partenariato pubblico privato che vedrà Hhla Plt Italy avviare la costruzione del primo lotto del Molo VIII a partire dalla Piattaforma logistica, di cui la società a maggioranza amburghese è oggi concessionaria nello scalo giuliano.

Giovedì la Conferenza ha dato il suo assenso alla bozza del decreto inviata da ministero dell’Economia e ministero di Trasporti. Nel testo è contenuta appunto la cifra di 206,8 milioni da destinare al Molo VIII, pensato dal piano regolatore dell’Autorità portuale come seconda banchina container.

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Il progetto è imponente, tanto che ai tempi del dialogo fra Italia e Cina la Piattaforma logistica aveva attratto l’attenzione della compagnia China Merchants, finendo poi sotto il controllo di Hamburger Hafen und Logistik Ag, quando il peggioramento delle relazioni con Pechino aveva reso impensabile ogni attuazione dei memorandum d’intesa firmati nell’ambito della strategia cinese Belt and Road Initiative.

Il partenariato pubblico privato è stato proposto dall’Autorità portuale al governo Meloni nell’agosto scorso. I programmi prevedono un investimento da oltre 400 milioni: 207 stanziati dallo Stato, 109 messi a disposizione da Hhla e altri 90 spesi sempre dalla società tedesca nel quadro dell’Accordo di programma per la riconversione della Ferriera di Servola.

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L’ultima somma è già a bilancio del terminalista: risorse impiegate per acquistare la società Logistica giuliana (titolare della concessione sui terreni dell’ex area a caldo), demolire gli edifici, procedere alla messa in sicurezza ambientale delle superfici, realizzare i piazzali e installare gru e binari. L’impegno della mano pubblica non si esaurisce peraltro nei 207 milioni contenuti nel decreto approvato ieri: bisogna infatti aggiungere i 180 milioni che il Fondo complementare del Pnrr ha stanziato per la costruzione del terminal ferroviario e dello svincolo autostradale.

Tra risorse pubbliche e private la somma dell’investimento su Servola arriva così a cubare 600 milioni. Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza Stato-Regioni e del Friuli Venezia Giulia, sottolinea che «il finanziamento del governo, per il quale è doveroso ringraziare il ministro Salvini e il viceministro Rixi, è un passaggio fondamentale per la realizzazione di un’opera strategica che interessa il Friuli Venezia Giulia e il sistema Italia in chiave di sviluppo sul bacino mediterraneo». Per Fedriga, il finanziamento è la «dimostrazione della strategicità che il governo riconosce allo scalo di rappresentare sempre più un ganglio vitale dell’economia italiana. Un grazie va a tutti coloro che hanno collaborato al raggiungimento di un obiettivo decisivo».

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