Portorosega con Trieste c’è il decreto in Gazzetta

Per il Porto di Monfalcone è giunta la svolta. Ieri mattina è apparso sul sito online della Gazzetta Ufficiale, primo nel rullo, il «Decreto del presidente della repubblica 29 marzo 2018, numero 57, regolamento recante inserimento del Porto di Monfalcone nell'Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico orientale». Ora è ufficiale, Monfalcone si unisce a Trieste, ma non sarà una partenza immediata, il decreto infatti entra in vigore il 14 giugno e da quella data inizierà un complesso processo che vedrà il passaggio all’Autorità di sistema di tutte le competenze e i compiti che attualmente a Monfalcone sono sparpagliati tra Autorità marittima, Regione, Azienda Speciale Porto di Monfalcone e Consorzio per lo sviluppo economico del Monfalconese.
Un percorso che viene riconfermato dallo stesso segretario generale dell’Autorità di sistema portuale, Mario Sommariva che sottolineare la sua soddisfazione per questo inizio: «Siamo contenti dell’arrivo del decreto, felici di poter iniziare. Anche se in realtà è da tempo che stiamo lavorando a questo passo. Non avverrà tutto subito come se si schioccasse le dita. Inizieremo con tutta una serie di incontri con i principali soggetti, dalla Regione all’Autorità marittima (la Capitaneria di porto ndr), l’Azienda speciale, il Consorzio industriale e il Comune».
È molto dettagliato il decreto, nella parte delle modifiche spiega che «al punto 15 Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico orientale dopo le parole “Porto di Trieste” sono inserite le seguenti: “e Porto di Monfalcone”». Ma le parti interessanti riguardano altri due punti come quello in cui si parla di possibile modifiche che possono essere apportate all’allegato A «su richiesta motivata del presidente della regione interessata al fine di consentire l’inserimento di un porto di rilevanza economica regionale o nazionale la cui gestione è stata trasferita alla regione all’interno del sistema di Autorità di sistema portuale territorialmente competente». Una scelta che ha permesso l’ingresso di Monfalcone (che è di interesse nazionale) ma che potrebbe riguardare presto anche San Giorgio di Nogaro (che è di rilevanza regionale) in un disegno non ancora attuato di una reale piattaforma logistica regionale integrata che vede tutto il sistema dei porti con gli autoporti regionali, gli interporti e i raccordi ferroviari e autostradali.
Altro nodo di interesse è il punto successivo che riguarda le prerogative di specialità della regione Fvg in materia di viabilità e trasporti. Un tasto molto delicato che ha scatenato polemiche proprio su questo decreto per la possibile messa a rischio della specialità regionale sulle funzioni in materia di viabilità e trasporti. «Entro sei mesi dall’entrata in vigore del presente decreto - si precisa - si provvede con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, previa intesa con la Regione, all’identificazione delle aree dei porti internazionali e nazionali nelle quali opera il trasferimento alla Regione delle funzioni relative alle concessioni sulle aree demaniali marittime».
Un passo che spiega la necessità di un preciso percorso per far entrare l’Autorità di sistema portuale gradatamente in possesso del porto nel suo insieme. «Serve un lavoro istruttorio - aggiunge Sommariva - perchéèmentre su alcuni fronti che sono di diretta competenza dell’Autorità di sistema portuale come operazioni portuali, demaniali, autorizzazioni di impresa possiamo già operare e lo sviluppo può continuare, su altri fronti bisogna fare tutta una serie di passaggi di consegne non banali. A Monfalcone infatti per quanto riguarda il porto vi sono competenze spezzettate tra varie realtà ed enti che vanno ridefinite e ridisegnate. Ed è per questo che il passaggio della titolarità è previsto che duri circa sei mesi per rispettare l’iter. Questioni in ogni caso sulle quali ci siamo già con la testa e stiamo lavorando».
Sommariva conferma quanto dichiarato recentemente: «nessuna colonizzazione o esproprio». Lo sviluppo del porto sarà tracciato in «piena intesa» con il Comune e «condivisione con il territorio». L’Autorithy subentrerà ai lavori infrastrutturali in corso e nei progetti futuri (escavo), diventerà la stazione appaltante al posto della Regione. Tutte le risorse per le opere arriveranno dalle tasse portuali, di ancoraggio, dal riparto dell’Iva prodotta. Anche sul fonte dello sviluppo infrastrutturale con il piano regolatore portuale. A fine aprile è stata aggiudicata la gara per l’affidamento del servizio tecnico di pianificazione, progettazione e coordinamento tecnico scientifico del Piano regolatore del porto ed il vincitore è un «costituendo raggruppamento temporaneo» formato da Modimar, SJS Engineering e Archest.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo