Presidio rosa contro la violenza di genere

Hanno scelto il Tribunale di Trieste ieri mattina, il luogo simbolo, per protestare contro la sentenza del 15 febbraio disposta dal giudice Diamante Minucci a Torino che ha assolto con formula piena Massimo Raccuia, ex commissario della Cri, accusato di violenze e stupro nei confronti di una donna che lavorava proprio nella Croce Rossa. “Non una di meno”, la rete nazionale di associazioni che si batte contro la violenza sulle donne e tutte le forme di violenza di genere, assieme al Centro antiviolenza Goap, è sceso in piazza perché indignato. «L’Italia - ha spiegato Teresa Benedetti - ha ratificato nel 2013 la Convenzione europea riguardante la prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. Si condanna ogni forma di violenza e dobbiamo conoscerla tutti, perché così possiamo sapere quali sono i diritti che possiamo rivendicare».
In merito poi alle motivazioni della contrarierà al processo torinese Sara Simionato ha sottolineato, tra i veri aspetti «assurdi», come «la ragazza non sia riuscita ad avere giustizia perché ha “solo” detto “no, basta” ai maltrattamenti a cui era sottoposta invece di urlare. Nel nostro immaginario, quando una donna subisce un sopruso, pensiamo a calci e pugni, ma non è sempre così». Il gruppo ha anche espresso la propria vicinanza alla ragazza picchiata negli scorsi giorni al bar Flavia. Il Goap ha ribadito ancora un volta come «spesso ci sia una scarsa conoscenza delle dinamiche della violenza di genere e domestica tra i giudici». ha detto Tatjana Tomicic.
«C’è bisogno di un cambiamento culturale», ha avvertito Daniela Antoni del Centro studi per la Scuola pubblica, presentando il convegno del 27 aprile “L’educazione alla differenza: prevenire le violenze di genere a scuola”, a cui è invitato tutto il personale scolastico e dell’educazione del Comune (con esonero di servizio). «C’è tutta una serie di mezzi didattici per combattere le differenze sessiste - ha osservato - ma spesso non vengono applicati». Si terrà dalle 9 alle 13 nell’Istituto comprensivo di San Giovanni e come relatori ci saranno psicologi, insegnanti ed esperti assieme alla testimonianza di una studentessa, figlia di seconda generazione di immigrati. Dalle 16 alle 18 la città è invitata invece in piazza Sant’Antonio per laboratori sulle pratiche educative per prevenire la violenza. Per iscriversi: cesp.fvg@gmail.com.
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