Presnitz o american style? Le dolci golosità delle feste

“Specchio specchio delle mie brame chi è la torta più bella del reame?” A giudicare dalla crescente passione per le lucide glassature a specchio e gli arzigogolati decori in ghiaccia reale, si direbbe che la “cake design” mania abbia conquistato il cuore, la gola e la tavola dei triestini.
Oltre ai tradizionali “golosezzi” delle feste, insomma, e quindi oltre alla collaudata triade “panettone, putizza e presnitz”, a deliziare a colpi di glassa il pranzo di Natale, il cenone della vigilia o il mercante in fiera di Capodanno, tanto le papille gustative quanto l’occhio, ecco le coreografiche torte american style in pasta di zucchero.
A forma di Santa Klaus, casetta di Hansel e Gretel, tronchetto di Natale o pacco dono con il fiocco. Da Drops in viale Miramare, angolino very british, è tutto un tripudio di pasta di zucchero plasmata e decorata a mano, per torte da sogno – minimo tre o quattro chili - in cui sarà un peccato divino affondare il coltello. Oddio, costo a parte - circa 35 euro il chilo (la pasta di zucchero ha un alto peso specifico) - per affrontare questi lussuriosi capricci di gola bisogna coltivare un atteggiamento zen con la bilancia, poiché è alquanto probabile che una micro fettina di torta oltre ad acciambellarsi attorno al girovita spedisca la glicemia dritta dritta sulla Luna.
Capolavori che le triestine gourmand realizzano anche da sé, frequentando gli affollatissimi (e sempre più numerosi) corsi di cake design, tra cui quelli organizzati dalla cioccolateria Danieli–Bon Bon in via Carducci, la cui peculiarità sta peraltro nell’avere le vetrate del punto vendita e del laboratorio sulla strada: facile dunque ammirare totalmente dal vivo le elaborate fasi creative delle torte-scultura.
La pasticceria Travan – protagonista assieme a una nutrita rappresentanza di panifici e pasticcerie triestine la scorsa settimana del mercatino natalizio nell’area della chiesa di Sant’Antonio - conferma l’inossidabile appeal dei dolci classici, purché rigorosamente di fattura artigianale. Panettoni e presnitz, crisi su crisi giù, insomma, si acquistano dal proprio pasticcere di fiducia, chi in centro chi in periferia, spendendo magari il triplo e anche il quadruplo (dai 19 euro il chilo in su) di quanto richiederebbe il prodotto industriale; e però, come assicurano in coro i mastri pasticceri locali, «non c’è paragone in termini di soavità dell’impasto, fragranza e gusto degli ingredienti». Senza tralasciare il fatto che è molto più attraente un panettone avvolto in un bel “vestitino” in carta crepe con il fiocco di velluto rosso di quello nella confezione di cartone.
La Pasticceria Ulcigrai propone, oltre alle possibili varianti con e senza canditi, ricoperti di cioccolato o da mandorle, con o senza uvetta passa, in alternativa al pandoro veneto, le “nuvolette” (in confezione da 650 grammi a 11 euro) in leggerissima pasta lievitata, con glassa e marmellata. Confezionate in una vaporosa nuvola di carta-tessuto rossa, quanto mai festaiola.
Tradizione e innovazione vanno a braccetto alla cioccolateria Oro colato by Saint’Honorè: nella sede cittadina di via Cassa di Risparmio 9 della storica pasticceria che a Opicina adesso ha mantenuto il laboratorio, si sfornano pressappoco trenta torte carsoline alle noci il giorno, un evergreen dei ricettari della cucina slovena e austriaca. E altrettante di torta “Trieste” - recente new entry creata da Roberto Mosenich - senza farina di grano, dunque, perfetta per gli intolleranti al glutine.
Una delizia di puro cioccolato fondente con un pizzico di olio d’oliva al posto del burro (ambedue a 19 euro) “L’Epifania tutte le feste porta via”: a inizio anno dopo le lacrime di coccodrillo per le abbondanti libagioni, fioccano immancabili i buoni propositi e quindi, in sintonia con il binomio “dieta sciogli ciccia e palestra”, il 7 gennaio tutti a correre a Barcola. E per pranzo insalatina scondita e uovo sodo.
Patrizia Piccione
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