Pressing per cambiare il decreto che darà voce in comitato allo scalo

Pressing politico a tutto campo in maniera trasversale per dare risposta al ruolo di Monfalcone nella governance dello scalo all’interno dell’Autorità di sistema dell’Adriatico Orientare che riunisce il porto con quello di Trieste. Dopo l’intervento, la scorsa settimana, del sindaco Anna Cisint che ha reso noto che c’è una mobilitazione trasversale che vede protagonista pure la Regione con la presidente Debora Serracchiani e il senatore Pd Francesco Russo che sta lavorando su un emendamento per inserire un rappresentante isontino nel Comitato di gestione, e la presa di posizione dell’ex presidente (Pd) della Commissione provinciale dei Trasporti Fabio Del Bello, ecco nuovi interventi. Da una parte quello della sentarice Pd Laura Fasiolo, dall’altra il sindacato con una nota della Filt-Cgil a firma del segretario Valentino Lorelli.
«La senatrice Fasiolo con la quale mi sono sentito telefonicamente - informa Del Bello - sta seguendo la tematica portuale negli uffici giuridici del senato e ritiene di poter intervenire nel decreto Omnibus che dovrenne uscire a marzo. Il decreto milleproroghe infatti non è utilizzabile per inserire l’emendamento del decreto». Una strada che aveva illustrato la stessa sindaco Cisinr che ha annunciato di aver fornito ulteriori modifiche al decreto di modifica della Riforma Del Rio sui porti dopo una proposta iniziale di emendamento fornito allo stesso senatrore Russo. Ora a quanto pare l’unica via d’uscita sarà il decreto Omnibus in uscita a marzo. E sulla necessità di fare presto e bene interviene anche la Filt Cgil.
«Lo abbiamo già detto, Il porto di Monfalcone deve entrare nell'autorithy dell' Adriatico Orientale dalla porta principale e in quell'ambito bisogna valorizzare le diverse caratteristiche dei due scali - insiste Lorelli - le loro peculiarità e la loro complementarietà. Deve entrarci, per le dimensioni e i volumi di traffici, queste sono le caratteristiche che bisogna far valere in sede di modifica del decreto ministeriale, con il rango più adeguato e cioè come sono entrate in altre autorità di sistema i porti ex sede di autorità portuale e quindi avere un componente a pieno titolo nel comitato di gestione». Il sindaco Cisint aveva spiegato, parlando delle ulteriori modifiche fornite al senatore Russo, che era al corrente delle perplessità e del freno degli stessi funzionari del ministero delle Infrastrutture sulla modifica del decreto per evitare l’apertura di contenziosi con altri scali italiani. Il problema però, ha aggiunto Cisint, è che Monfalcone ha le stesse peculiarità di porto a valenza nazionale come quello di Augusta che pur non essendo sede di capoluogo ha ottenuto un posto in Comitato perchè sede di Autoritòà portuale. Un Authorithy che invece a Monfalcone non era stata concessa pur avendo i requisiti.
«Deve esserci inoltre un ufficio territoriale portuale anche a Monfalcone - conclude il segretario della Filt-Cgil - e bisogna pretendere un'adeguata rappresentanza nell'organismo di partenariato che è il luogo di partecipazione delle rappresentanze sociali, cioè chi fa muovere davvero le merci: i lavoratori e le imprese. C'è anche questo da conquistare, non solo il posto per il comune. Questo il territorio unito deve pretendere dal governo! Non si capisce perché un altro porto più piccolo, con meno traffici, con meno potenzialità, solo perché ex sede di autorità(un titolo che in altre parti d'Italia spesso è stato attribuito sulla base di parametri discutibili) ha diritto a un trattamento e Monfalcone no». (g.g.)
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