Primi quattro ingressi a Muggia nella struttura per la quarantena

TRIESTE. I posti a disposizione sono 104 tra i 41 di Muggia, i 35 di Pasian di Prato e i 28 di Tricesimo. Ma al momento, nei tre centri regionali per l’isolamento dei pazienti positivi al coronavirus, si trovano solo quattro persone, tutte a Lazzaretto, nella base logistica di San Bartolomeo, trasformata dagli anni Novanta in un luogo di vacanza per ex dipendenti dell’esercito e familiari.
La struttura è disponibile da una dozzina di giorni, da quando cioè il maggiore Enzo Di Fazio, del Demanio militare, ha consegnato le chiavi alla responsabile del distretto 3 di Muggia e Valmaura Ofelia Altomare. Stanze utilizzate come camere, bagni, spazi comuni, in un comprensorio che ospita anche campi da tennis e una piscina. Laura Marzi, il sindaco, era stata informata dall’Azienda sanitaria dei primi due arrivi, una settimana fa. «Non c’è un’esigenza particolare di utilizzo – osserva –, ma tutto è nelle mani di Asugi».
Antonio Poggiana, il direttore generale, aggiornando la situazione, conferma che, almeno in questa fase, siamo ben lontani dal tutto esaurito: «Attualmente si trovano nell’ex caserma quattro persone, una di Trieste e tre della provincia di Udine. Sono positive al test, ma risultano asintomatiche. Sono autosufficienti e in buone condizioni di salute». Il trasferimento a Muggia è dettato dal fatto che è preferibile che gli interessati, costretti alla quarantena per 14 giorni appunto perché positivi, non rientrino al proprio domicilio.
Una precauzione dovuta a questioni logistiche familiari, per esempio la presenza di parenti con fattori di rischio o anche semplicemente la difficoltà, causa spazi ristretti, di un adeguato isolamento. Non ci sono informazioni precise sull’età, ma si tratta comunque di ospiti non anziani. A portare loro da mangiare sono i collaboratori di una cooperativa, mentre il controllo sanitario è affidato a colloqui telefonici che consentono al dipartimento di prevenzione il monitoraggio della situazione.
Se non ce n’è bisogno, dunque, il contatto umano è accuratamente evitato. In Friuli, a Pasian di Prato e Tricesimo, si è invece ancora in attesa. «I lavori nella palazzina dei militari dell’aeronautica sono ultimati - informa il sindaco Andrea Pozzo -, si attende ora la consegna all’Azienda sanitaria». Stessa situazione a Tricesimo, informa Giorgio Baiutti, nella foresteria del castello medievale.
A Trieste sono intanto stati schierati in strada i primi militari dei cento dell'esercito assegnati anche per il controllo della fascia confinaria. Le prime pattuglie sono operative al valico di Fernetti al confine con la Slovenia ed effettuano controlli di ordine e sicurezza pubblica fermando le auto in transito per una verifica sull’autocertificazione necessaria per gli spostamenti.
La presenza delle divise rientra nell’ambito di “Strade sicure”, l’operazione che prevede la possibilità di impiego di personale militare per specifiche esigenze di prevenzione della criminalità. I cento nuovi arrivi si aggiungono ai quaranta del Reggimento Piemonte Cavalleria di Opicina.
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