Processo per la scorta di gasolio sloveno

Oltre al pieno aveva riempito cinque taniche con 110 litri. Assolto dall’accusa di contrabbando: danno lieve arrecato al fisco
Aveva fatto il pieno di gasolio oltreconfine e, approfittando della sua trasferta slovena, aveva ben pensato di approvvigionarsi al distributore di un’ulteriore scorta. Aveva così riempito cinque taniche. Nel rientro in Italia, però, al confine carsico, è stato fermato dalla Guardia di Finanza. Per l’uomo è partita la denuncia in ordine al gasolio contenuto nelle taniche, che evidentemente superavano il quantitativo consentito di rifornimento.


L’incauto automobilista, D.A., 54 anni, residente in Emilia Romagna, è stato accusato di contrabbando. Finito a processo, al Tribunale di Gorizia, l’uomo è stato assolto. Il danno legato alla sottrazione dal pagamento dell’accisa è stato ritenuto “lieve”, non tale quindi da configurare l’effettivo reato di contrabbando.


Il fatto era accaduto nel dicembre del 2016. Il 54enne aveva deciso di fare rifornimento di gasolio per autotrazione in Slovenia. Il solito pieno che molti automobilisti, approfittando della vicinanza al confine, effettuano per garantirsi lo sconto. Finché si tratta di rispettare il quantitivo previsto, limitato all’approvvigionamento della propria vettura.


Ma D.A., visto che c’era, ha voluto fare lo strappo alla regola, confidando di non incappare nei controlli. Dopo aver fatto il pieno del serbatoio della vettura ha pertanto riempito le cinque taniche di gasolio. Il tutto per un totale di circa 110 litri di carburante.


Nel fare quindi rientro in Italia, al confine di Jamiano, frazione di Doberdò del Lago, si è trovato davanti i finanzieri della caserma di Monfalcone, alle prese con un servizio di stazionamento per la verifica a spot degli automobilisti in entrata nel confine italiano.


Niente da fare, la “furbata” non è passata indenne. I finanzieri gli hanno indicato di accostare la vettura e hanno proceduto con il controllo. Impossibile dichiarare di aver rifornito solo l’auto, visto che sono saltate fuori le taniche.


Il gasolio è stato quindi posto sotto sequestro con la relativa denuncia di contrabbando per aver sottratto il pagamento dell’accisa. Si tratta di un reato pesante, che presuppone una condanna da sei mesi fino ai tre anni, oltre alla confisca del veicolo.


L’uomo è pertanto comparso a giudizio, al Tribunale di Gorizia. Il 54enne s’è affidato al legale di fiducia, avvocato Massimo Bruno. Durante il procedimento il legale difensore ha sottoposto al giudice il calcolo dell’importo dell’imposta evasa in rapporto alle cinque taniche, quindi ai circa 110 litri di gasolio. Facendo riferimento alle aliquote fissate al primo gennaio 2015 in ordine al gasolio per autotrazione, il difensore ha quantificato la somma in circa 65 euro. Da qui la richiesta da parte dell’avvocato Bruno dell’applicazione dell’istituto previsto dall’articolo 131 bis del Codice penale, in merito all’esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto. E il giudice ha accolto l’istanza, pronunciando l’assoluzione per l’imputato. L’avvocato Bruno ha osservato: «Il Tribunale di Gorizia, con molto buonsenso, ha accolto questa tesi riconoscendo la particolare tenuità del fatto in virtù dell’imposta effettivamente evasa rispetto a quelle cinque taniche di gasolio. Con l’applicazione dell’articolo 131 bis del Codice penale, è stata così pronunciata l’assoluzione per il mio assistito». Il tutto sul fronte giudiziario, diverso dall’aspetto strettamente amministrativo circa il recupero dell’imposta.


Il dispositivo dell’articolo 131 bis del Codice penale tecnicamente prevede che «nei reati per i quali la pena detentiva non sia superiore nel massimo a cinque anni, ovvero la pena pecuniaria, sola o congiunta alla predetta pena, la punibilità è esclusa quando, per le modalità della condotta e per l’esiguità del danno o del pericolo (valutate ai sensi dell’articolo 133, primo comma), l’offesa è di particolare tenuità e il comportamento risulta non abituale».


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