Produttore di Hollywood attracca alla Marittima

Pelorus, gigante del mare di mister Dreamworks. Il mega-yacht acquistato nel 2011 da David Geffen che fondò il colosso hollywoodiano con Spielberg. A bordo solo l’equipaggio
Lasorte Trieste 10/07/12 - Yacht Pelarus
Lasorte Trieste 10/07/12 - Yacht Pelarus

Centoquindici metri di lunghezza, oltre 17 di larghezza e una linea che è stata celebrata a livello mondiale come top a livello di design. Lo yacht Pelorus fa bella mostra di sé dalla mezzanotte di domenica attraccato a fianco della Stazione marittima, nel bacino San Giusto. Ripartirà oggi, a meno di cambi di programma dell’ultima ora.

L’imponente imbarcazione, già di proprietà del multimiliardario russo Roman Abramovich, è stata acquistata nel 2011 da David Geffen, produttore discografico e cinematografico statunitense, co-fondatore - assieme a Steven Spielberg e a Jeffrey Katzenberg - della Dreamworks Skg, uno dei colossi della produzione hollywoodiana, che ha partorito successi quali “Shrek” o “American Beauty”. Geffen si è assicurato Pelorus per 300 milioni di dollari dall’ex moglie di Abramovich, Irina, cui nell’ambito del divorzio dal magnate - noto pure per questioni calcistiche essendo il patron del Chelsea - era rimasto lo yacht.

Un alone di mistero avvolge comunque Pelorus anche a Trieste. Alla Trieste Yacht Service, la società incaricata di occuparsi dell’accoglienza e del supporto riservati alla mega-imbarcazione battente bandiera delle isole Cayman e spinta da motore Wärtsilä, non è stato infatti comunicato chi sia il proprietario della stessa. Non è questa un’informazione obbligatoria e il comandante di Pelorus, John Brining, non ha in effetti ritenuto di doverla fornire. Si sa che a bordo ci sono solamente i cinquanta componenti dell’equipaggio. Aspettano notizie dall’armatore per partire verso chissà quale meta. Oggi lasceranno Trieste, dopo essersi riforniti di pesce fresco (e non solo, visti i vari camion di provviste organizzati ad hoc: l’altra sera poi è stata recapitata una consegna da 60 pacchi da sei bottiglie di acqua l’uno) e aver cambiato alcune componenti del gigante del mare, peraltro realizzate appositamente in tempi record dalla Cartubi. Almeno per ora nessun ospite si è imbarcato a Trieste. Alcune chicche dal gioiello Pelorus (già a Trieste in passato quando era ancora di proprietà di Abramovich): plancia dei comandi con grandi touch-screen su cui visualizzare le mappe nautiche, due spazi per l’atterraggio di elicotteri, telecamere di sicurezza e pure - nella parte “esclusiva” riservata ai passeggeri - un fornetto a legna per cucinare la pizza. Spettacolari, inoltre, i giochi di luce che si creano al calar del sole con la somma degli effetti del sistema di illuminazione notturna e dei riflessi dello specchio marino. «I più bei scafi del settore - osserva con orgoglio Giovanna Zuin, responsabile operativo-commerciale per i mega-yacht della Trieste yacht service - stanno arrivando in città. I vari comandanti stanno sponsorizzando Trieste fra loro. Piace il fatto che qui vi sia molto rispetto per la privacy».

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