Casa a luci rosse in via Capodistria: patteggia 55enne cinese per favoreggiamento della prostituzione

Condannata a 1 anno e 9 mesi con pena sospesa: gestiva l’appartamento e gli annunci online per le connazionali

Maria Elena Pattaro

Aveva trasformato quell’appartamento di via Capodistria in un’alcova a luci rosse dove le sue connazionali incontravano i clienti. Ieri mattina Yanmei Guo, cittadina cinese di 55 anni, ha patteggiato un anno e 9 mesi di carcere, pena sospesa, per agevolazione della prostituzione. La donna, difesa dall’avvocata Federica Ioppolo, era accusata di aver favorito gli incontri sessuali di varie ragazze. Stando all’inchiesta, avrebbe messo a disposizione l’abitazione di via Capodistria 43, che lei aveva preso in affitto. E si sarebbe occupata anche di inserire gli annunci delle prestazioni sessuali a pagamento su siti come “Mosca rossa” e altri dal contenuto analogo.

Secondo gli inquirenti avrebbe gestito anche le telefonate e gli incontri con i clienti indirizzandoli nell’alloggio di via Capodistria, anche perché le giovani che si prostituivano non parlavano l’italiano.

L’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia risale allo scorso autunno. Ed era inserita in un’indagine più ampia, coordinata dal pm Federico Frezza e condotta dalla Squadra Mobile, con l’obiettivo di sgominare il racket della prostituzione. I poliziotti della Mobile avevano messo i sigilli all’appartamento e interrogato alcuni dei clienti che erano soliti frequentare la casa del sesso a pagamento.

I testimoni avevano confermato il tipo di attività che vi si svolgeva, spiegando inoltre che le ragazze si avvicendavano piuttosto di frequente. «In quell’appartamento ero già stato – aveva testimoniato un triestino identificato per strada dai poliziotti in borghese – mi aveva accolto una ragazza cinese che però non era la stessa di oggi». Così un altro cliente: «Mi hanno accolto ragazze cinesi sempre diverse». Lo scorso maggio l’appartamento è stato dissequestrato, tornando così nella disponibilità dei proprietari. La 55enne cinese, incensurata, ha deciso di saldare il suo debito con la giustizia concordando con la Procura una pena di un anno e 9 mesi. Il patteggiamento è stato ratificato dal gup Flavia Mangiante.

Tra novembre e dicembre la Mobile aveva scoperto due appartamenti dedicati al meretrici. Il primo in via Tor San Piero 3, a Roiano, e l’altro – appunto – in via Capodistria. In entrambe le abitazioni era scattato il blitz. Nel caso di via Tor San Piero, peraltro il via vai di uomini tra quelle quattro mura a tutte le ore del giorno aveva sollevato l’indignazione dei residenti del condominio e dell’amministratore dello stabile, stufi di trovarsi tra i piedi, nell’atrio condominiale, sulle scale e nei pianerottoli, i clienti in attesa del proprio turno.

Da qui le segnalazioni alle autorità competenti e l’indagine. L’operazione della Mobile nell’alloggio di Roiano aveva portato all’arresto della 52enne cinese Jing Chen. Le inchieste sugli appartamenti dove vengono tenute le ragazze per prostituirsi rappresentano solo l’ultimo anello delle indagini dirette dalla Procura sul racket che sta dietro a questo genere di sfruttamento.

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