Pugile killer “graziato” dall’accusa di razzismo
L’accusa era di istigazione all’odio razziale attraverso l’ingiuria. Parole pesanti. Non solo offensive. Ma anche di disprezzo verso le altre razze.
Le frasi pronunciate erano state in effetti più che eloquenti: “razza di m.” e “sporco negro”. Ma questa volta l’uomo che le ha pronunciate - Francesco Semeraro, l’ex pugile che uccise il 15 novembre 2012 a Roiano Andrea Bartolini, 46 anni, originario di Ferrara, e che per questo è stato condannato dalal Corte d’appello alla pena di sei anni e otto mesi - è uscito dal processo senza alcuna conseguenza. Il motivo è semplice: non è più reato ingiuriare.
Infatti il reato di cui Semeraro era accusato - appunto istigazione all’odio razziale - compare tra quelli depenalizzati in uno degli ultimi provvedimenti del governo diventati legge nello scorso mese di gennaio. Per questo motivo ieri il gip Laura Barresi ha pronunciato una sentenza di non luogo a procedere nei confronti dell’ex pugile, perché appunto il reato è stato depenalizzato. In aula era presente il difensore di Semeraro, l’avvocato Elisabetta Burla.
La vicenda giudiziaria dalla quale era scaturito il procedimento era emersa nel corso di un altro processo: quello che ha visto condannati per rissa i colombiani Ryan Tomis Bonifacio e Yasair Valencia Viveros. In occasione dell’istruttoria dibattimentale la madre di un imputato aveva sostenuto davanti al giudice di aver ricevuto nella circostanza offese dall’evidente sfondo razziale da parte di Semeraro e di un suo amico.
Per questo motivo il giudice del dibattimento aveva disposto nella circostanza la trasmissione degli atti al pm Cristina Bacer per il reato di ingiuria aggravato. La rissa - secondo gli accertamenti degli investigatori subito attivati dopo la segnalazione da parte della donna in aula - era appunto scoppiata quando Alan Franzutti, la persona picchiata, era andata assieme agli amici Giuseppe Mariano e Walter Vorus a trovare Francesco Semeraro nella sala d’attesa del Pronto soccorso del Maggiore. Dove secondo il racconto della donna Semeraro aveva usato espressioni tipo “razza di m.” e “sporco negro” rivolgendosi proprio ai colombiani che in quel momento si trovavano in ospedale. (c.b.)
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