Quando il caffè che arrivava nel Vecchio continente era guardato quasi con sospetto

La Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori di Trieste ha ospitato la discussione della tesi di laurea magistrale di Martina Sampietro, alla presenza della commissione...

La Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori di Trieste ha ospitato la discussione della tesi di laurea magistrale di Martina Sampietro, alla presenza della commissione valutatrice, composta tra gli altri dalla relatrice Manuela Raccanello e dal correlatore Gianni Pistrini. Titolo della tesi: "Traduzione e commento di Traitez nouveaux et curieux du Café, du Thé et du Chocolat" (Trattato nuovo e curioso sul caffè, sul tè e sul cioccolato, un testo raro di fine Seicento, siglato da Philippe Sylvestre Dufour, 1622-1685).

Il successo di questa primigenia opera fu tale che la stessa venne tradotta in più lingue a partire dal 1761 e fino al 1865. La versione in lingua italiana, finora assente dal novero sopra citato, riguarda la sezione principale del tomo, quella dedicata al caffè, che si colloca in un periodo non privo di fascino per l'arrivo nel Vecchio continente di derrate fino a quel momento ignote e viste, talvolta, con sospetto. La tesi si apre con una breve introduzione storico-culturale sulla diffusione della bevanda caffeinica a partire già dal IX secolo.

Philippe Sylvestre Dufour, commerciante francese di chiara fama, descrive nel trattato i pregi dei tre nuovi prodotti (caffè, tè e cioccolato). Per la sua fondatezza il saggio divenne un punto di riferimento importante per altri studiosi della materia.

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