Quattro Husky e due bambine La famiglia formato XL di Alessio

Del Fabbro, campione di sleddog, non si separa mai dai suoi compagni Cody, Nevia, Ice e Niagara. «Casa nostra è un circo. Ma che allegria» 

il personaggio

Una vita insieme agli Husky, tra corse, competizioni, ma anche passeggiate e vacanze in famiglia. Il triestino Alessio Del Fabbro è un campione di sleddog, una passione coltivata da anni, che ha saputo conciliare con lavoro, hobby e soprattutto con la moglie e due bimbe piccole. In casa vivono quattro cani, Cody, 11 anni, Nevia, 6, Ice, 4 e Niagara 2, tre arrivano da diversi allevamenti, una invece è stata adottata da una persona che non se ne poteva più occupare. «Il mio amore per gli Husky è iniziato nel 1999, quando ho preso il primo cane, che ha vissuto con me dieci anni, ma a quel tempo - racconta - non conoscevo ancora il mondo delle gare, ci limitavamo a corse insieme, soprattutto in montagna. Dal 2008 ho scoperto le competizioni e poco alla volta sono arrivati gli altri. Tra i risultati più importanti ottenuti il titolo di Campione d’Europa nel 2009 e poi tanti titoli italiani, l’ultimo nel 2017».

Ma per Del Fabbro i quadrupedi non rappresentano solo compagni di sport, sono a tutti gli effetti membri della famiglia. «Insieme a mia moglie e alle bimbe viviamo in una casa con il giardino, dove corrono, giocano e scavano buche, uno dei loro grandi intrattenimenti. Come definire le giornate da noi? Un circo - scherza - ma l’aspetto più bello è sicuramente vedere come interagiscono con le nostre figlie, come crescono insieme, il senso di responsabilità dei cani nei confronti dei bimbi è stupendo. E poi c’è la vita di ogni giorno. Hanno caratteri diversi. C’è il più indipendente, quello più attaccato a noi, il giocherellone e il capo branco che mette in riga i più giovani se serve». In salotto ci sono quattro cucce, utili quando vogliono stare vicino ai proprietari, fuori altrettanti spazi in caso preferiscano l’aria aperta. «È impegnativo gestire tutto, ma basta organizzarsi. Dove andiamo noi, vengono anche loro». —

M.B.

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