«Questa non è giustizia, è una vergogna»

Lo sfogo della figlia di una delle vittime. Spariti dalle parti civili il Comune di Monfalcone, Regione e Provincia

Nella parte riservata al pubblico dell’aula 6 ci sono quattro persone: due giornalisti e una coppia giovane.

Lei è Saida Fonzar, figlia di Tarcisio, cantierino di Gonars morto il 23 luglio del 2010 all’ospedale di Palmanova a causa del mesotelioma. Accanto a Saida siede il compagno: «Questa non è giustizia, è una vergogna. È già la terza volta che veniamo al Tribunale di Gorizia per niente. Abbiamo assistito solo a rinvii, discussioni tecniche ma del processo nemmeno l’ombra. E mio padre è sotto due metri di terra a causa dell’amianto che in cantiere si usava a mani basse, senza nessun controllo, senza che nessuno dicesse nulla sulla pericolosità del materiale».

La signora Saida Fonzar, assistita dall’avvocato Lucia Rupolo, è tra le 13 parte civili dei congiunti delle vittime, che in totale sono 44. Parte civili si sono costituiti anche l’Associazione esposti amianto di Monfalcone (avvocato Marin) e la Fiom-Cgil (avvocato Genovese).

A sorpresa è stata avanzata la costituzione di parte civile anche dell’Inail ma il giudice Ferretti ha rinviato al nuovo giudice la valutazione della richiesta.

Come è noto non risulta tra le parti civili il Comune di Monfalcone, che si era sfilato dal processo alla vigilia della sentenza del secondo maxi-processo, in conseguenza a un accordo stipulato con Fincantieri per il finanziamento (appena 140mila euro) da devolvere alla ricerca sulle cure per le malattie amianto correlate.

Una decisione destinata a suscitare ancora molte polemiche a Monfalcone.

Nelle parti civili non c’è traccia neppure della Provincia di Gorizia, presente invece al primo processo e che incassò per danno d’immagine 106mila euro.

Dal presidente Gherghetta ci aspettavamo una tensione morale diversa su questo problema.

Men che meno è presente la Regione (era parte civile nel primo processo, 250mila euro) che certo non vuole pestare i piedi a Fincantieri, azienda molto più che “amica”.

Gli imputati di omicidio colposo sono: Giorgio Tupini, Enrico Bocchini, Corrado Antonini, Manlio Lippi, Antonio Zappi, Cesare Casini, Italo Massenti, Aldo La Gioia, Glauco Noulian, Roberto Schivi, Livio Alfredo Minozzi, Mario Abbona, Roy Winston Rhode, Ronald Roxby Rhode, Carlo Viganò, Attilio Dall’Osso.

Le vittime dell’amianto prese in esame nel terzo maxi-processo sono: Luciano Buratto, Erminio Mariotti, Galdino Monaco, Oreste Politti, Alferino Romanin, Augusto Ruggeri, Aurelio Sabatti, Vincenzo Salone, Camillo Strada, Bruno Venturini, Mario Verzier, Lucio Viezzoli, Adriano Zorba, Mario Bledig, Sergio Corbatto, Stelvio Mesaglio, Lucio Piorar, Mario Rossi, Ubaldo Spanghero, Angelo Spanghero, Giorgio Badin, Valentino Bevilacqua, Roberto Biasol, Elvi Clapiz, Romeo Clemente, Antonio Deroia, Doriano Fantin, Angelo Folin, Mario Fontanot, Tarcisio Fonzar, Ciro Frittita, Giovanni Lacurre, Attilio Liessi, Mario Morgut, Sergio Normanni, Vittorio Oblak, Ugo Olivo, Dario Pian, Ezio Simonit, Antonio Stragapede, Flavio Vidonis, Giuliano Visintin, Giovanni Zeleznik, Ernesto Zucchi.(r.c.)

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