Rapiti dal fascino delle gallerie sotterranee

PALMANOVA. La Palmanova underground piace. Eccome se piace. È di difficile accesso, nelle gallerie si può entrare soltanto in due o tre occasioni durante l’anno, facendo attenzione all’altezza del passaggio e al fondo sdrucciolevole se nei giorni precedenti ha piovuto. Ma sono tutti disagi che si superano immediatamente di fronte al fascino di queste costruzioni. Hanno secoli di storia da raccontare. Parlano del sottosuolo di Palmanova (ecco perché la visita organizzata ieri si è inserita bene nella “Settimana del pianeta terra”), ma anche di ingegneria militare, di tecniche difensive, di canalizzazione delle acque, di vita quotidiana dei soldati in una fortezza in epoca veneta e francese. Molto positiva l’affluenza al percorso guidato organizzato ieri dal Comune di Palmanova con gli speleologi della Commissione Grotte “Eugenio Boegan” di Trieste, che nel 2012 hanno mappato il sistema di gallerie della fortezza. Inaspettato l’afflusso di gente che, tra mattina e pomeriggio, ha contato oltre 200 persone, provenienti da tutta la Regione, ma anche dall’estero. Un’affluenza che ha imposto una revisione del programma di visita, con uno scaglionamento dei presenti in più gruppi con gli speleologi e le guide che hanno fatto la spola tra un gruppo e l’altro.
«Conoscevo Palmanova per averne girato le fortificazioni, passeggiato sui bastioni, ma quest’aspetto davvero mi era sconosciuto. Un’esperienza splendida» racconta nel pomeriggio uno dei visitatori. «Chi avrebbe mai immaginato che sotto la cinta muraria si nascondessero tutti questi camminamenti…» gli fa eco una donna per la prima volta in visita alla fortezza.
Condiviso lo stupore di fronte alla complessità del sistema di gallerie che si snoda sotto la città stellata per oltre quattro chilometri. La giornata è iniziata con un momento introduttivo in municipio per illustrare al pubblico, anche tramite filmati, la storia della città, la funzione del reticolo delle gallerie, la mappatura delle stesse da parte degli speleologi della Commissione grotte. In mattinata si è poi visitata la galleria o meglio il secentesco complesso di gallerie di un rivellino fuori porta Udine. Il percorso a piedi, in una giornata baciata dal sole, ha permesso ai presenti di gustarsi anche l’ingresso monumentale alla città, il passaggio sotto gli archi dell’elegante acquedotto, il percorso a fianco del fossato, il rientro lungo il sentiero che passa accanto alla cascatella di immissione dell’acqua della Roggia di Palma nella cinta fortificata. Nel pomeriggio il percorso si è spostato nel tempo e nello spazio.
Monica Del Mondo
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