Razzi e petardi, corsa all’acquisto

Mancano poche ore a Capodanno e gli appassionati dei botti stanno facendo gli ultimi acquisti per festeggiare l’arrivo del 2012 a suon di petardi, razzi e girandole. Articoli particolarmente facili da trovare, e da acquistare, in questo periodo. A venderli infatti non sono solo i negozi specializzati o le cartolerie, ma anche i grandi magazzini che, a fronte di una spesa di un paio di euro, garantiscono un “botto da capogiro”.
Ma quali sono i prodotti più in voga quest’anno? E quanto stanno spendendo i triestini per garantirsi un loro personale spettacolino pirotecnico alla faccia di chi detesta tanta confusione e degli animali terrorizzati dai botti? «Il prodotto più venduto - spiega Gianfranco Bernardi, “mago” dei fuochi d’artificio e rivenditore di botti - è “Piccoli spettacoli”, una composizione già pronta di una serie di botti di varie forme e colori. Ne esistono diversi tipi e si possono spendere dai 15 ai 250 euro a pezzo. Vanno poi sempre di moda razzi e girandole».
A seguito dell’entrata in vigore del decreto ministeriale del 9 agosto 2011 c’è una novità: «Tutti gli artifizi e i prodotti esplodenti, inclusi petardi, fontane, razzi, bengala e petardi da ballo - si legge in una nota della Questura di Trieste – sono acquistabili solo da persone che abbiano compiuto i 18 anni. Questa limitazione si applica anche ai manufatti che riportano ancora l’indicazione di vendita a maggiori degli anni 14».
Dunque un minore non può più comperare nemmeno il semplice “petardino”. «Per questo motivo si sentono esplodere meno petardi in città – riferisce Marco Grion, commesso di una cartoleria di via Battisti –. I ragazzini ne un tempo ne comperavano tantissimi, divertendosi a farli scoppiare spaventando i passanti. Ora non lo possono più fare».
La Questura poi raccomanda: «Vanno acquistati prodotti con etichettatura e istruzioni per l’uso osservandone la scadenza. Non bisogna ridurre mai il sostegno dei razzi né accorciare la miccia dei petardi». «L’importante è non toccare fuochi inesplosi – avverte Walter Tuntar, artificiere della Questura - ed evitare di riaccenderli in caso di mancato funzionamento: potrebbero essere difettosi oppure la miccia potrebbe comunque essersi accesa all’interno. Chi nota fuochi d’artificio inesplosi, avvisi il 113 che provvederà ad inviare sul posto gli specialisti del settore».
Laura Tonero
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