Rebus Transilvania a Fernetti L’hotel chiuso cerca un piano B

TRIESTE
È un’area totalmente da ridisegnare, con una viabilità ferma ai tempi della caduta del confine, con tanti progetti sulla carta e poi nei fatti lasciata al suo destino. Dal 2007, quando la Slovenia è entrata in Schengen, a Fernetti il tempo sembra essersi fermato, tra jersey in cemento e attività che non riescono a decollare. L’Hotel Fernetti da tempo è stato convertito in casa di risposo. Andando verso la Slovenia resiste un bar, anche questo condizionato dalla difficoltà di accedervi, mentre dall’altro lato, appena entrati in Italia, c’è l’ex Hotel Transilvania, che oggi cerca una nuova mission.
«Vorremo fare una comunità per minori», spiega il titolare Andreescu Felix Aurelian: «Ci sono però dei problemi burocratici visto che siamo in zona doganale, gestita da sei enti, Prefettura, Regione, Comune di Monrupino, Demanio, Autoporto Fernetti e Anas. In questi anni abbiamo soprattutto fornito assistenza a chi si perde, eppure basterebbe poco per far decollare anche le nostre attività».
Con la caduta dei confini, nel 2008 quello che era un hotel ha chiuso i battenti e nel 2012 è subentrato Felix Aurelian, con l’obiettivo di creare un’area di sosta simile a quella delle autostrade: «Avevamo avuto un incontro con Marko Pisani, il sindaco di Monrupino dell’epoca, il quale ci aveva parlato di un progetto ambizioso che avrebbe dovuto mettere ordine alla viabilità del retrovalico, dove ancora oggi manca una segnaletica chiara. In realtà hanno messo solo dei jersey di cemento, chiudendo l’accesso, visto che spesso è bloccato dalle Forze dell’ordine, che chiaramente svolgono la loro attività di controllo».
Per cercare di non chiudere ecco che nel 2014 il Transilvania ha iniziato a ospitare richiedenti asilo: «Qualcuno dice che ci abbiamo guadagnato – racconta il titolare – ma in realtà pochi sanno realmente come funzionava l’accoglienza. Noi ricevevamo 24 euro a ospite e in questo importo era incluso tutto, compresi i pasti, le utenze e soprattutto la manutenzione delle camere. Uno dei problemi principali era quello di spiegare ai richiedenti asilo certi meccanismi che per noi sono naturali. Ciclicamente dovevamo intervenire sulle tubature e spesso trovavamo dentro di tutto. A un certo punto abbiamo addirittura creato dei pozzetti di ispezione per poter rimuovere quello che buttavano negli scarichi: dalle ossa di pollo agli spazzolini». Il 2016 ha rappresentato uno dei momenti più critici dell’emergenza richiedenti asilo con un flusso quasi costante di migranti che arrivava da Oriente e in particolare da Siria, Iraq e Afganistan. Oltre al Transilvania anche il Campeggio Excelsior di Fernetti aveva dato ospitalità ai richiedenti asilo, che nel borgo erano arrivati a circa un centinaio a fronte di settanta residenti.
Nel 2019 con il nuovo decreto sicurezza Felix Aurelian si arrende e partono i lavori per rimettere a nuovo la struttura: «Abbiamo tanti progetti, anche per aiutare i turisti che spesso arrivati qua si perdono visto che non c’è nessun punto informazioni. Sono convinto che mettendo ordine nella viabilità, anche a Fernetti si potrebbero fare tante cose belle e utili». —
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