Redipuglia, stazione nel degrado

È ormai un pallido ricordo del “regio” edificio. Pochi i collegamenti. Anche gli esterni in abbandono
Di Luca Perrino
Bonaventura Monfalcone-05.11.2012 Stazione-Fogliano Redipuglia-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-05.11.2012 Stazione-Fogliano Redipuglia-foto di Katia Bonaventura

REDIPUGLIA. Un tempo quelle che erano le Ferrovie dello Stato mettevano su persino dei convogli speciali. Il 4 Novembre era qualcosa di diverso, rispetto ad oggi, i gradoni del Sacrario si riempivano di gente e come parcheggio per i pullman si utilizzava un vasto appezzamento di terreno dove è nato poi il centro commerciale “Sorelle Ramonda”. I tempi son cambiati, la giornata delle Forze Armate non è più festività nazionale, ma l'ultima edizione, forse per il fatto che era domenica, nonostante la pioggia, ha comunque richiamato una buona cornice di pubblico. Qualcuno ha pensato di arrivare in treno, utilizzando i seppur pochi collegamenti regionali che fermano a Redipuglia. Quel che si è trovato dinnanzi l'incauto viaggiatore è solo una fotocopia ingiallita di quello che era la “Regia stazione” nel passato, anche non troppo lontano. Se non ci fosse stata la mostra fotografica allestita dalla Pro Loco e dedicata al treno storico, l'atmosfera sarebbe stata ancor più triste e malinconica. Ad iniziare dai marciapiedi dove si scende arrivando alla stazione o si aspetta il convoglio. Non hanno una qualsivoglia protezione dalle intemperie e, proprio nell'occasione della cerimonia di domenica, si son presentati malcurati, invasi dalle erbacce, a tratti anche con il pavimento sconnesso e pericoloso. Di quel bel giardino che faceva della stazione di Redipuglia una “chicca” non c'è traccia: la fontana è in disuso da anni, i vialetti malconci e intaccati dagli arbusti, le panchine con la vernice verde scrostata ed il ghiaino ormai un mero ricordo. E se scappa la pipì ecco che il fabbricato destinato ai servigi igienici si presenta in tutto il suo degrado. I bagni sono puliti, questo è vero, ma le porte interne sono state “mangiate” dal tempo, dall'acqua e dell'incuria. La stessa incuria e quell'odore di vecchie cose, di stantii spazi dimenticati che si respira nella sala d'attesa ed in quella che era la sala reale, nella quale, oggi, ci sono delle vistose infiltrazioni d'acqua. Mette tristezza quel fabbricato che dovrebbe essere d'esempio e che da anni la Pro Loco valorizza nell'attesa che vengano assegnate alcune stanze nelle quali realizzare il centro visite e ricerche della Grande Guerra. Era il 4 novembre del 1936 quando, con una grande e particolare cerimonia, veniva inaugurata la regia stazione di Redipuglia, un edificio dalle forme architettoniche particolari, ancor oggi inedito in tutto il resto del mandamento, posto lungo la linea Trieste-Udine. Settantasei anni, dunque, da quello che fu un grande evento, la conclusione dei lavori appaltati dal Ministero delle comunicazioni che aveva affidato il progetto all’architetto romano Roberto Narducci. Un edificio dalle dimensioni contenute, espressione, come si diceva allora, di “romana monumentalità”, definito nella relazione progettuale dell’architetto Narducci come “una moderna architettura”.

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