Refoli, girandole e “iazini”: è la festa della BoraMata

TRIESTE. Ogni volta che arriva ne combina di tutti i colori, mandando letteralmente all’aria oggetti, alberi e persone. Invisibile e al tempo stesso travolgente; inafferrabile e, al contempo, magnetica per il fascino che sa suscitare. Nonostante il suo carattere imprevedibile e un po’ matto, i triestini continuano ad amarla come fosse una di famiglia, non perdendo occasione di raccontare con orgoglio ai “foresti” le sue prodezze e i tanti aneddoti che la riguardano. Perché sì, Trieste sarà anche la città della scienza, della Barcolana e del caffè ma è, prima di tutto, la città della Bora. Bora che ogni inverno la scaraventa puntualmente sotto i riflettori nazionali, donandole quel tocco di unicità come nessun museo, castello o piazza riesce a fare.
E così, per celebrare il vento triestino per eccellenza, piazza della Borsa si trasformerà per tre giorni in “piazza della Bora”, ospitando incontri, installazioni, laboratori e filmati storici per evocarla, raccontarla e scoprire qualcosa di più su questo fenomeno meteorologico che fa parte dell’identità stessa della nostra città.
L’appuntamento con il numero zero di “BoraMata”, questo il titolo dell’evento, sarà dal 5 al 7 giugno; ideatore della rassegna, organizzata dalla Prand.com, è Rino Lombardi, storico curatore del Magazzino dei Venti e del progetto Museo della Bora: «L’associazione esiste da 15 anni, nel corso dei quali abbiamo sempre cercato di “stuzzicare” la città su questo tema: dopo le tante edizioni di Girandolart abbiamo voluto fare un salto di qualità con l’obiettivo di riuscire, un giorno, a realizzare davvero un Museo della Bora che potrebbe dare molte soddisfazioni, anche in chiave turistica, alla città».

La prima edizione di BoraMata vedrà un’anticipazione nel pomeriggio di giovedì quando, alle 18 e venti al Magazzino dei venti di via Belpoggio, 9, verrà presentato il libro di Giada Carraro sulla casa delle girandole di Venezia. Venerdì ci sarà l’apertura ufficiale del Mini-museo della Bora con le due installazioni in piazza della Bor(s)a: l’Igloo BoraBox e la Casa del Vento. Nel primo saranno esposti oggetti e testimonianze dall’Archivio del Museo della Bora: i famosi “iazini”, i piombini per le gonne, le corde a cui si sono aggrappate intere generazioni di triestini, ma anche cartoline, foto, libri e curiosità (tra questi anche uno “scuro” divenuto una scultura artistica). Qui si potrà anche assaporare un’esperienza multisensoriale, con grandi ventilatori che faranno rivivere al visitatore l’esperienza del vento e il suo suono: una location dove farsi fotografare tra i refoli per condividere, poi, l’esperienza anche on-line e sui social.

Nella vicina Casa del vento, invece, si terranno i laboratori per le scuole (in mattinata per le primarie e alle 17 per i ricreatori), letture poetiche, incontri a sorpresa e conferenze. A festeggiare la Bora, poi, sarà anche il Pupkin Kabarett che si esibirà in un attesissimo show “a tema” a partire dalle 19 e venti.
Sempre venerdì anche piazza Unità si trasformerà in un Giardino di girandole, con centinaia di girandole rosse che regaleranno un colpo d’occhio unico sulla piazza.A chiudere la giornata, alle 21 al Museo Revoltella, sarà il concerto dell’Orchestra senza confini diretta da Giovanni Mayer e Zlatko Kaucic e realizzato in gemellaggio con il circolo Controtempo nell’ambito de “Le nuove rotte del jazz”.
Il clou della giornata di sabato è atteso alle 14.30 con Edo Borghetti, “Edofly”, un eolico giramondo che farà volare le sue creazioni e un aquilone gigante in piazza Unità e sul Molo Audace. Lo stesso Edofly terrà, alle 15, un laboratorio di aquiloni per bambini, mentre alle 18.20 da non perdere è il raduno in piazza della Borsa con gli “Ambasciatori Eolici”, i raccoglitori di vento in giro per il mondo che hanno donato già più di 130 venti in scatola al Museo della Bora. Domenica, dopo le repliche degli incontri pubblici e dei laboratori con Edofly, ci sarà gran finale con l’aperitivo eolico. Quando? Alle 18 e venti, ovviamente.
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