Regione contro Flex: «Chiarezza immediata»

Panariti contesta l’annuncio dei 65 esuberi e “convoca” i vertici aziendali prima del tavolo al Mise
Foto Bruni 25.04.15 Alcatel: manifestazione con sindacati dalla Serracchiani
Foto Bruni 25.04.15 Alcatel: manifestazione con sindacati dalla Serracchiani

Fiom e Uilm sollecitano, la Regione Fvg riscontra. Le sigle sindacali hanno protestato contro la decisione unilaterale di Flex, che ha anticipato l’esclusione di 65 esuberi a venerdì 31 marzo, chiedendo l’intervento della Regione.

Ieri l’assessore al Lavoro Loredana Panariti ha raccolto l’Sos con un secco comunicato, nel quale domanda all’azienda elettronica «immediato chiarimento» sia sulle scelte assunte in questa fase che sulla progettualità a medio-lungo termine. Chiarimento che, a giudizio dell’assessore regionale, deve avvenire prima del tavolo convocato dal ministero dello Sviluppo Produttivo il 19 aprile. La Regione è disponibile al confronto utilizzando le proprie strutture del Lavoro e delle Attività produttive. L’intera nota assessorile, per la verità, è piuttosto severa nei confronti di Flex, stabilimento triestino controllato dalla multinazionale nordamericana Flextronics. Già dalle prime battute: «Stupisce negativamente - rampogna la Panariti - la decisione dell’azienda di anticipare la fuoriuscita di 65 interinali, senza darne preavviso e a ridosso di un tavolo già fissato al Ministero». Dietro la dura tonalità il sospetto di una fiducia mal riposta: «La Regione ha accompagnato sin dall’inizio l’insediamento di Flextronics» sia nei rapporti con il Governo che nell’elaborazione progettuale con partner pubblici e privati.

«Anche a fronte di questo impegno - affonda il colpo - occorre che l’azienda esprima una più convinta collaborazione, che il dialogo con le organizzazioni sindacali sia più fluido e che si evitino atti d’impronta unilaterale». Se Flextronics vuole avere a Trieste un habitat naturale e favorevole - scrive ancora l’esponente dell’esecutivo regionale - è bene che tutti si esprimano al meglio».

Adesso vedremo cosa e come risponde l’azienda, strigliata dalla Regione. I sindacati temono che dietro il depotenziamento dell’organico ci sia la volontà di indebolire il sito produttivo triestino a vantaggio degli stabilimenti romeno e messicano. Troppa attesa per le nuove commesse, perlomeno sospetta la scarsa incisività commerciale di un grande soggetto industriale come Flextronics: sullo sfondo l’inquietante memoria di due stabilimenti italiani già chiusi dalla multinazionale ad Avellino e all’Aquila.

magr

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