Regione: valzer dei portaborse Ballano in ottantasette

TRIESTE. Cambia legislatura e cambiano gli staff. Di qui ai prossimi giorni il via vai in Regione interesserà decine di segretari. È quello che, ogni cinque anni, viene indicato come il “valzer dei portaborse”. Un esercito di ottantasette addetti, tra giunta e Consiglio. Chi entra e chi esce. Il personale dei partiti che non sono sopravvissuti al voto di aprile ha dovuto fare le valige e lasciare il palazzo consiliare di piazza Oberdan. I grillini, nel frattempo, hanno già cominciato con le selezioni per preparare la squadra. Un’autentica staffetta, invece, in piazza Unità e nelle sedi distaccate dell’esecutivo. Le assunzioni, al di là dei dipendenti regionali, sono per lo più fiduciarie e ogni assessore, così come la presidenza, ha i suoi fedelissimi. E i contratti decadono il giorno dopo la proclamazione del nuovo governatore. Un destino che ha riguardato ventotto persone.
Ma da chi si farà circondare Serracchiani? La presidente non ha ancora ufficializzato le sua scelte ma, da quanto si dice nell’ambiente, dovrebbe confermare chi l’ha affiancata in campagna elettorale. L’attuale legge, come confermano gli uffici, le assegna 5 collaboratori. Tre sono amministrativi, di cui uno con il ruolo di segretario particolare e due addetti. Uno di questi deve essere pescato dall’ampio ventaglio di dipendenti pubblici del comparto unico. La presidente può anche disporre di due autisti e di un portavoce. Una figura professionale, quest’ultima, che ha un trattamento economico equiparato ai dirigenti regionali. Il portavoce è l’ombra del governatore, il ruolo che fu di Angelo Baiguera ai tempi di Illy e di Giorgio Carbonara nella giunta Tondo. Con Serracchiani, a quanto pare, toccherà a Giancarlo Lancellotti. Da tempo nello staff del Pd, ha curato i rapporti di Debora con i media durante la campagna elettorale.
E gli assessori? Stesso schema, ma senza portavoce e con un autista in meno. Anche se, viste le premesse in materia di auto blu (la presidente è decisa ad appiedare un paio di colleghi puntando sul “car sharing”), non si esclude qualche sforbiciata pure su questo. Sui capi-segreteria (a cui spettano circa 5 mila euro lordi più 552,61 euro di ulteriore indennità) è intervenuto un provvedimento ripreso dal Trentino e inserito in Finanziaria: la norma consente alla Regione di assumere dipendenti di altri enti. Per tutta la durata dell’incarico possono mettersi in aspettativa.
Discorso diverso per il Consiglio. Sono stati giorni di traslochi quelli che il Palazzo si è appena lasciato alle spalle, con gli ex che facevano la spola con scatoloni e faldoni di carte per sgomberare scrivanie e scaffali. Piazza Oberdan tornerà a popolarsi lunedì, il grande giorno della seduta inaugurale dell’aula. In linea di massima si prevede l’ingresso di una sessantina di impiegati di fiducia pronti a prendere posto negli uffici. Una parte subentra nelle segreterie di quei partiti che non ce l’hanno fatta alle elezioni. Come l’Idv che non ha potuto rinnovare il contratto a due giovani. Stesso discorso per l’Udc che però è riuscito a portare in piazza Oberdan un eletto, Giovanni Barillari; troppo poco però per formare un gruppo autonomo e avere diritto a uno staff. Va nel Misto, dove sta per fare il suo ingresso Renzo Tondo in qualità di portavoce della coalizione Pdl-Autonomia responsabile-Udc. Anche Sinistra Arcobaleno, la squadra composta da Sel e Rifondazione, sparisce dall’aula e pure i 5 segretari, di cui 2 del partito di Vendola. Sel è sopravvissuta alle urne e, con 3 eletti, ha diritto a 5 collaboratori.
Per i partiti più consistenti (Pd e Pdl) che, in virtù dei posti conquistati possono contare su segreterie piuttosto nutrite, si tratta di riconferme o di rinforzi. Esistono delle norme che regolamentano la composizione: chi ha ottenuto più eletti può assumere più personale, oppure “monetizzare” la parte (non più di 3) che decide di lasciare fuori. Per tutti l’organico prevede un capo-segreteria e una quota proporzionata al peso numerico in Consiglio. Ma, con le risorse assegnate dalla Regione, si possono stipulare ulteriori contratti esterni per altri collaboratori e addetti stampa. Lo staff cala nel caso di consiglieri con incarichi di giunta o se il gruppo esprime un presidente di Commissione che intende avvalersi di un collaboratore. Un calcolo ingarbugliato che al Pd assegnerà 13 addetti e non 15 dal momento che Serracchiani per il suo esecutivo ha pescato due pedine dall’aula, oltre al fatto che il partito presiederà Commissioni. Al Pdl ne spetterebbero 9, alla Lega 5, altrettanti a Cittadini e Sel, 2 al Misto (che però potrebbe pretenderne di più con l’ingresso di Tondo e dei delusi del Pd), e 7 ad Autonomia responsabile. M5S? Sono in 5 e potranno servirsi di 7 collaboratori. Hanno già avviato le selezioni: 500 i curricula recapitati.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo








